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Sorelle d’Italia

23 Agosto 2010  _____________________________________________________________________________________________________________________________________________

A teatro, mescolando stereotipi e luoghi comuni, pregiudizi e verità, si misurano in un match travolgente, come sempre, il nord e il sud della nostra amata Patria



Sorelle d’Italia



diChiara Bilotta



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È una sera d’estate, le luci dell’anfiteatro Tieri di Castroliberoilluminano due grandi protagoniste,Isa DanieliVeronica Pivetti, lo spettacolo si intitola "Sorelle d’Italia".

In occasione dei prossimi 150 anni dell’Unità d’Italia, Isa e Veronica, dietro la regia di Cristina Pezzoli, ricamano una "fantastoria" dell’Italia dal 2011 al 2061, cercando di raccontare cosa accadrà nei prossimi 50 anni al nostro paese e ponendosi una domanda essenziale: nel 2061 esisterà ancora l’Unità d’Italia?

È "avanspettacolo fondamentalista" – come amano definirlo gli autori e le stesse attrici – perché si affronta una tematica importante quale l’Unità d’Italia ma nella chiave comica e scanzonata dell’avanspettacolo.

Isa rappresenta Napoli, la semplicità, il linguaggio, la varietà della città partenopea; Veronica, invece, è Milano, la modernità, la frenesia e il caos di una metropoli. In un duello tutto musicale la napoletana e la milanese si fronteggiano a colpi di balli e canzoni tratte dalle rispettive tradizioni ("Nostalgia de Milan", "’O sole mio", "O mia bèla Madunina", "Santa Lucia luntana") e in un graffiante cabaret ispirato ai Gufi e al repertorio di Cochi e Renato ("U’ Ferribotte", "Nebbia in Val Padana").

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I dialoghi nei rispettivi dialetti sono esilaranti, memorabile lo sfottò culinario di Isa a Veronica: "l’insalatina, la cotoletta ma che tristezza! vuoi mettere noi nu’ bello piatto di paccheri al ragù, i friarielli, ‘na bella pastiera?" Isa rincara la dose esaltando la particolarità del sud rispetto al nord quando dice "noi abbiamo un modo diverso di vivere, cantare, parlare, mangiare!" E qui Veronica replica tagliente "sì ma addosso a noi!". Immediata nasce la contesa sul sud "parassita", "idrovoro", che vive sulle spalle del ricco nord e si è ormai adagiato in questa comoda condizione. Isa non ci sta e sanguigna, come solo una napoletana sa essere, tuona : "wè! Ma che dè? Idrovoro a chi?"

Lo spettacolo continua in un crescendo di battute e comicità, mescolando stereotipi e luoghi comuni, pregiudizi e verità sulle reciproche appartenenze fino ad arrivare ad un’inattesa contaminazione musicale ed emotiva: Veronica interpreta "Napul’è di Pino Daniele in dialetto milanese e Isa canta in versione napoletana "O mia bèla Madunina".

La contaminazione musicale testimonia che in fondo, malgrado le diversità, il nord e il sud sono volti della stessa Italia e possono pacificamente coesistere.

Un momento delle prove

(clicca per ingrandire)

La nostra Chiara Bilotta in compagnia delle protagoniste

Isa Danieli e Veronica Pivetti

A conclusione dello spettacolo c’è un salto nel tempo: è il 2061 , le due attrici raccontano una possibile Italia travolta dall’onda secessionista. Isa Danieli, vestita da tirolese, svela una Napoli dominata dal "germano" che ha oscurato il sole, tolto tutti i tavolini dei bar e dei ristoranti all’aperto, messo a punto gli orologi della città. E, come se non bastasse, il "germano" ha vietato la leggendaria "tazzulella ‘e café" e trasformato la pizza da tonda a quadrata "pecchè – sottolinea Isa – accussì è cchiù precisa".

Al contrario Veronica Pivetti, vestita da odalisca, descrive una Milano piena di dune, cammelli, palme e atmosfera ottomana.

Le due attrici, povere e fuggitive, si ritrovano a Roma, città franca, dove dimenticando tutte le differenze e i rancori, si aggrappano con nostalgia alla bandiera e cantano l’Inno di Mameli.

È un finale paradossale ma, come sottolinea l’attrice Veronica Pivetti, "quello che noi raccontiamo è paradossale solo perché il nostro esempio è estremo ma non è affatto paradossale per il rischio che corre questo paese.

Vogliamo raccontare il rischio che può correre un Paese come questo se si perde l’identità nazionale e l’importanza della bandiera, dell’inno. Siamo una nazione, siamo diversi ma le diversità arricchiscono sempre, le diversità sono la vera linfa di un popolo, tanto è vero che nel nostro piccolo noi facciamo venir fuori uno spettacolo proprio dalle diversità".

Lo spettacolo "Sorelle d’Italia", che in questi giorni è in tour per lo stivale, con garbo e ironia strattona il Belpaese: rivalità e divisione non hanno ragione d’esistere, l’anima del tricolore è Napoli come Milano, il sud come il nord, sapori e colori differenti ma tutti necessari a rendere forza e bellezza all’intera nazione.

Chissà Bossi cosa ne pensa…

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