_Lo conferma la classifica 2023 di Legambiente sulle Città italiane più rispettose dell’ambiente e dell’ecosistema urbano._
Bari è agli ultimi posti della classifica 2023 delle città Italiane più rispettose dell’ambiente e dell’ecosistema urbano. Precisamente al 90esimo su 105 totali. E, per di più, in caduta libera, perché perde ben 5 posizioni dal 2022. Questa maglia nera, che pesa sul benessere e sulla salute dei baresi, è stata consegnata alla Città dal report pubblicato da Legambiente nel giorni scorsi. Ed è un’eredità dei 20 lunghissimi anni di governo Emiliano-Decaro. Mentre, quanto si possa fare di meglio su questo fronte, anche al Sud e in Puglia, lo dimostra Lecce, al quarantesimo posto della graduatoria.
L’indagine si basa su 19 parametri e di 5 macroaree: Aria, Acqua, Rifiuti, Mobilità e Verde Urbano.
ARIA: A Bari si registrano alti valori medi annuali (24 μg/mc) delle polveri sottili (Pm10) rispetto ad altre aree urbane, tra cui Lecce, dove i valori (8) sono tre volte più bassi rispetto al capoluogo regionale.
ACQUA: In Città sono ancora enormi le dispersioni idriche (ben il 43% dell’acqua immessa in rete) e troppo alti i consumi idrici domestici (140 litri pro capite), sintomo di un’assenza di politiche di educazione all’uso della risorsa idrica.
RIFIUTI URBANI: Bari «vanta» una percentuale di raccolta differenziata (solo il 40%) tra le più basse del Paese, a fronte di un’elevata produzione di rifiuti pro capite annua (555 kg), ricadute di un’assenza pressoché totale di politiche comunali in tema di riduzione della produzione di rifiuti e di valorizzazione della differenziazione degli stessi.
VERDE URBANO: Appena 10 alberi ogni 100 abitanti in Città (mentre Modena ne conta 117 ogni 100 abitanti) e appena 9 metri quadrati di verde pubblico urbano per abitante (a fronte dei 300 di Sondrio o dei 403 di Trento).
MOBILITÀ: Le piste ciclabili urbane sono poche (appena 5 metri ogni 100 abitanti, contro i 41 metri di Mantova) e pericolose, perché mal posizionate e insidiate dal traffico dei veicoli a motore. Invariato rispetto al 2021 il tasso di motorizzazione (58 auto ogni 100 abitanti), a riprova dell’insuccesso di iniziative costose che dovevano incoraggiare i baresi a lasciare l’auto, come gli abbonamenti gratuiti – solo – sugli autobus Amtab.
Chiudono mestamente il quadro i livelli infimi di produzione di energia rinnovabile dagli edifici pubblici comunali, solo 4 kw ogni 1.000 abitanti nella «solare» Bari, contro i 31 kw della certamente più uggiosa Padova. L’ennesimo report (questa volta di Legambiente), dunque, certifica la scarsa sostenibilità di Bari, così come ci viene consegnata dopo 20 anni di governo Emiliano-Decaro. Documenti che spazzano via la propaganda quotidiana narrata dalla giunta Decaro.
«Ora c’è da rimboccarsi le maniche – conclude Giuseppe Carrieri, vice Commissario di Forza Italia per l’area metropolitana di Bari – per recuperare anni di inerzia e di azioni inefficaci dell’Amministrazione comunale. Bari ha tutte le carte in regola per risalire alle prime posizioni nazionali. Ma deve passare dalle declamazioni all’azione. Deve tornare a investire adeguatamente in verde pubblico, energie rinnovabili e trasporto urbano ecosostenibile».