La modella Paola Turani ha raccontato via social l’esperienza vissuta sottolineando il taglio ai fondi da parte dei politici sull’argomento.
Seguita da due milioni di seguaci su Instagram, Paola Turani ha voluto condividere alcuni pensieri in merito all’anoressia e, in particolare, al taglio di fondi del Governo nella lotta ai disturbi alimentari. La modella e influencer, prendendo spunto da una storia letta, ha confidato anche la sua personale esperienza.
Paola Turani e il messaggio sull’anoressia
Paola Turani
“Che con la nuova legge di Bilancio si sia azzerato il fondo per il contrasto dei Disturbi dell’alimentazione è follia. È inammissibile se si pensa che i DCA sono la prima causa di morte tra i giovani (Escludendo gli incidenti stradali) Di conseguenza verranno chiusi reparti, licenziati professionisti, molti pazienti e le loro famiglie si ritroveranno da soli ad affrontare situazioni difficili senza supporto perchè i DCA necessitano di una terapia psicologica e fisica complessa che troppe volte si tende a sminuire o, peggio ancora, a ignorare”, ha esordito la Turani.
Nella seconda parte del suo messaggio, con annesse foto di qualche anno fa, la modella e influencer ha raccontato la sua esperienza prendendo spunto da una storia importante letta nelle ore precedenti: “Oggi leggevo le parole di Serena che sta combattendo contro l’anoressia e la sua battaglia in parte la conosco. Avevo vent’anni quando, in seguito a una forte pressione psicologica e un meccanismo malato per cui le taglie erano sempre più piccole, iniziai a mangiare meno, a saltare i pasti, poi a non allenarmi più per paura di ‘ingrossare’ e infine a mangiare solo una mela al giorno”.
La donna ha prposeguito: “Vivevo a Parigi, fare la modella non era semplice: molta competizione e standard altissimi. Ero finita intrappolata in un circolo vizioso pericolosissimo innescato nella mia testa, ma io amavo troppo il mio lavoro. Mi ero isolata da tutti, perchè la malattia questo fa. Ti toglie tutto. Ricordo che più dimagrivo e più i miei agenti erano soddisfatti, io lavoravo di più. ‘Non sei mai abbastanza magra per Parigi’ dicevano. Un’ambiente tossico, un circolo vizioso dalla quale sono riuscita a staccarmi solo qualche anno dopo capendo che la mia vita contava molto di più di una stupida taglia […]”.
Il racconto della Turani ha poi un lieto fine con il ritorno a casa, a Bergamo presumibilmente, il lavoro secondo “le mie regole”.
Il messaggio della donna è quello di speranza. Una speranza che, in piccola parte, con le sue parole spera di aver dato a chi si trova a vivere determinate problematiche.
Di seguito anche il post Instagram della donna con la sua testimonianza sull’argomento: