Dopo anni di programmazione non all’altezza, pare che dall’anno scorso Teatro Stabile del Veneto e il Teatro Goldoni stiano davvero provando a cambiare le cose. Fino a poco tempo fa la programmazione proposta a TSV pareva uscita da un altro paese, spettacoli presentati praticamente solo lì, nessuna tournée italiana, qualche nome di richiamo ma ancora nessun grande artista capace di riempire la sala. Il teatro contemporaneo è un mondo a parte, con cui, se non lo conosci, purtroppo è difficile mettersi in rapporto. La notorietà che alcuni registi e attori raggiungono è straordinaria, paragonabile a quella dei divi del cinema. Nomi che però non fanno notizia, che non finiscono nei giornali. Forse il teatro e considerato troppo sofisticato per il grande pubblico, portandolo a essere un’esperienza per pochi.
A Venezia a farla da padrone è la Fenice, capace di mettere assieme stagioni che strizzino l’occhio ai turisti, che compongono la maggiore fetta di pubblico, ma senza rinunciare a un tocco di novità. Poi ovviante i classici balletti e le opere, di tanto in tanto rivisitati da autori nuovi, dal respiro più ampio. Al teatro principale, adibito a opera e balletto, appunto, una città dovrebbe affiancare anche altre realtà che invece portino avanti la sperimentazione o comunque il contemporaneo. Bologna ne è un esempio, una strada separa la sede storica del Teatro Comunale e l’Arena del Sole. Nel giro di pochi metri si possono ammirare le grandi cantanti liriche e le opere sperimentali dei nuovi artisti. Forse sta diventando davvero un’arte per pochi, ma offrire sempre la qualità migliore nei teatri cittadini è un modo per invogliare o anche solo tentare di riportare il pubblico. Può essere un azzardo, poiché spendere per avere nomi rinomati per poi avere la sala vuota è un grosso problema per la compagnia. Venezia è una città che punta tutto sull’arte e avere come unico teatro una Fenice, che, giustamente, vive sui gruppi di giapponesi in infradito che spendono duecento euro per sentire la Traviata, è un controsenso.
Nel 2022 mentre Emilia Romagna Teatro realizzava una delle migliori stagioni di sempre a Venezia il Goldoni proponeva spettacoli dallo scarso appeal, magari anche produzioni originali che però non godendo delle tournée avevano poca possibilità di sfruttare il passaparola per richiamare pubblico. Un pubblico che, chiaramente, non può essere quello dei turisti, ma deve essere di cittadini e appassionati. Venezia parte, dunque, già in svantaggio perché il bacino d’utenza non è certamente quello di Bologna o di Milano, proprio a livello numerico. Questo, però, non giustifica il TSV, che controlla tutti i teatri più importanti tra Venezia, Treviso e Padova.
Ecco quindi che l’anno scorso la direzione artistica ha intrapreso una strada diversa. Finalmente, sfogliando il calendario si cominciavano a vedere nomi, non solo di fama nazionale, ma spettacoli presenti in cartellone in molte città importanti. Ovviamente senza mai dimenticare il territorio, con la presenza di messe in scena delle opere di Goldoni e i nuovi spettacoli di Marco Paolini. Sperando che quella 2023-2024 fosse solo il primo segno di rinascita, guardiamo alla nuova stagione, che presto approderà a Venezia.
Si comincia l’11 ottobre con una produzione TSV e Compagnia Finzi Pasca. Uno spettacolo che promette di essere un’esperienza visiva memorabile, unendo Commedia dell’arte a disegni scenici complessi, che suscitano meraviglia nello spettatore.
Il 18 ottobre il Goldoni ospiterà un grande ritorno, quello di Giovanni Allevi, che torna a calcare i palchi d’Italia con Piano solo tour 2024. Un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati del grande maestro, qui alla sua “rinascita” dopo la malattia.
Il giorno successivo, il 19 ottobre, assisteremo a un altro appuntamento musicale, questa volta dedicato a Ennio Morricone. Concerto, percorso di parole e performance per ripercorrere la carriera di uno tra i più grandi compositori di musica da film della storia.
Tra il 23 e il 27 ottobre è il turno del grande maestro, il già citato Marco Paolini. Ennesimo monologo che vede un veneto della terraferma raccontare Venezia, una Venezia non cartolina ma fatta di naufragi. Campagne, l’uomo della terraferma, si trova in barca con Sambo, grande conoscitore della città. Il milione. Quaderno veneziano di Marco Paolini cita solo nel titolo Marco Polo, che però risuona in ogni battuta dello spettacolo.
Altro grande nome è quello di Toni Servillo, che il 12 novembre porta a Venezia lo spettacolo Il fuoco sapiente. L’oggi deve riprendere il “fuoco sapiente” dell’antica Grecia che accende cuore e mente.
Dal 15 al 17 novembre ci aspetta l’adattamento scespiriano d’obbligo, Molto rumore per nulla. Spettacolo in tournée nei teatri di prosa italiani vede protagonista Lodo Guenzi, cantante del gruppo indie Lo Stato Sociale, sempre più appassionato di recitazione. Dopo Trappola per topi lo ritroviamo sul palco a dare vita a una delle più iconiche opere del Bardo, capace di far ridere attraverso la solita riflessione sull’uomo che contraddistingue Shakespeare.
Il duo riminese Motus, porta al Goldoni I saw light, tra il 29 novembre e il primo dicembre. Spettacolo realizzato in collaborazione con dieci allievi dell’Accademia teatrale Carlo Goldoni, in produzione con TSV. Gli artisti descrivono il progetto come: “Questo cercare/vedere anche quando si sta facendo buio, anche in questi tempi oscuri, è il tentativo che vogliamo condividere con il gruppo di giovani attori e attrici che si affacciano ora all’insidioso panorama teatrale”. Uno spettacolo imperdibile per tutti gli appassionati della compagnia, che a ogni spettacolo continua sempre a stupirci.
Altra grande del teatro italiano arriva a Venezia tra il 6 e l’8 dicembre. Parliamo di Emma Dante, considerata un po’ l’attuale madre di quest’arte nel nostro paese. Re chicchinella è l’ultimo capitolo di un’ideale trilogia basata sulle opere di Giambattista Basile. Un adattamento di uno dei racconti di Lo cunto de li cunti tutto da scoprire.
La Big Vocal Orchestra, la più grande formazione vocale d’Europa, ci regalerà un’esperienza unica, percorrendo un viaggio musicale che abbraccia colonne sonore, brani musical, gospel, e opere classiche interpretate dal coro di Marco Toso Borella. Dal 21 al 22 dicembre.
Per quanto riguarda le programmazioni di Natale e Capodanno, il teatro Goldoni ci offre, il 26 dicembre la messa in scena, a cura del Russian Classical Ballet, del classico Il lago dei cigni. Mentre il 31 dicembre e il primo gennaio Carosello, uno spettacolo di varietà che omaggia il mito che ha plasmato intere generazioni di pubblico. Lo spettacolo reinterpreta gli sketch del celebre programma televisivo portando sul palco l’umorismo di un’epoca che ha fatto la storia.
Andrea Pennacchi torna al Goldoni con Arlecchino?, un’opera che promette di fare meta teatro in quanto ha come protagonista proprio un attore incapace di mettere in scena un Arlecchino credibile. Un’ode alla tradizione del teatro veneto e alla commedia dell’arte che ci regalerà una visione nuova su personaggi così iconici. Dal 17 al 19 gennaio
Il grande regista/attore napoletano Arturo Cirillo ci racconterà, invece, del mito di Don Giovanni, partendo dal testo di Molière per prendere spunto dal libretto di Da Ponte e dalla musica di Mozart. Cirillo è capace come pochi di mettere in scena grandi opere della tradizione, sia napoletana come Le cinque rose di Jennifer di Annibale Ruccello, sia anche internazionale come Chi ha paura di Virginia Woolf?. La sua visione di un personaggio così iconico e amato ci regalerà sicuramente delle sorprese. In programma dal 24 al 26 gennaio.
Il primo febbraio vedremo Il romanzo della bibbia, una storia narrata da Aldo Cazzullo, accompagnato da Moni Ovadia. Si ripercorrono gli episodi più noti dell’antico testamento con lo sfondo le testimonianze che queste storie hanno lasciato nell’arte visiva.
Altro nome famoso sia al cinema che a teatro è quello di Filippo Dini (in veste anche di direttore artistico di TSV, qui al suo primo anno di mandato), a Venezia con I parenti terribili. Adattamento da Jean Cocteau, in cui “l’autore rompe, almeno formalmente, col teatro di raffinata e astratta acrobazia intellettuale, che sino allora aveva avuto in lui uno dei più fertili campioni, per accostarsi ad un tipo di teatro molto più tradizionale”. Appuntamento al 7-9 febbraio.
La moglie saggia è il primo adattamento da Goldoni in cartellone. Una delle opere più oscure dil maestro che racconta di tradimenti e piani di omicidio, intermezzati dalle storie più leggere dei servi. Cast ancora in via di definizione, regia e adattamento di Giorgio Sangati. 14-16 febbraio.
Il 26 febbraio il presidente di Biennale Pietrangelo Buttafuoco calca il palco del Teatro Goldoni, attraverso un monologo, Da naso a naso, che spazia tra bugia e identità, usando proprio il naso come simbolo.
La compagnia di Vicenza Stivalaccio Teatro, che dalla sua nascita si occupa di commedia dell’arte e teatro popolare, ci portano direttamente all’inferno con Buffoni all’inferno, dal 28 febbraio al 4 marzo. I diavoli corrono alla ricerca del loro re, Satana. L’aldilà è intasato a causa della peste bubbonica e Minosse è costretto agli straordinari. Lo spettacolo si rifà all’arte del buffone, l’intrattenitore per antonomasia.
Tra il 7 e il 9 marzo è il turno di Silvio Orlando e il suo Ciarlatani. Altro spettacolo in tournée, questa volta realizzato in collaborazione con Teatro di Roma e il Festival di Spoleto. Quattro attori attraversano decine di personaggi in una riflessione su successo e fallimento.
Manfredi Rutelli e Pietro dal Soldà, realizzano un elogio all’avventura, antidoto di conformismo e egocentrismo. Tra filosofia, storia, teatro e poesia lo spettacolo è ispirato all’ultimo libro di Del Soldà, La vita fuori di sé, offrendo al pubblico la chiave per riscoprire la spinta all’avventura. In programma il 15 marzo.
Massimo Cacciari racconta a teatro Gli ultimi giorni dell’umanità di Karl Kraus. Un’opera mastodontica pubblicata negli anni della prima guerra mondiale. Attraverso le testimonianze di uomini e donne, racconta l’umano. Unica data il 19 marzo.
Il 28 marzo Ma per fortuna che c’era il Gaber, omaggio di Gioele Dix al talento di Giorgio Gaber. Spettacolo itinerario nel teatro-canzone di Gaber e Luporini, di cui ascolteremo grandi successi e materiali inediti.
A cento anni dal delitto Matteotti Ottavia Piccolo e Stefano Massini gli dedicano Matteotti. Anatomia di un fascismo. Spettacolo che promette di raccontare e rendere omaggio alla più famosa vittima del regime fascista. Un tentativo di non dimenticare il passato, prendendo la parola e raccontando quei fatti di sangue. In calendario il 4 aprile.
L’attore televisivo Pierpaolo Spollon porta a Venezia il suo Quel che provo dir non so, dal 11 al 13 aprile. Una riflessione sulle emozioni e quanto importante è sapere da dove nascono, riconoscere e dagli un nome.
Il 25 aprile, il Goldoni festeggia San Marco con The phoenix, 30 giovani voci veneziane per un concerto di musica, coreografie, effetti di luci e video. L’omaggio è al valore della libertà intonato da chi vive nella nostra città. Un collo che unisce persone dalla passione per la musica e esplorata attraverso la voce e il corpo. Uno spettacolo che travolge i sensi per la regia di Marco Toso Borella.
Il regista e direttore artistico Fabrizio Arcuri presenta un’opera, Ancora tempesta, articolata in cinque dialoghi che l’autore, Peter Handke, intrattiene con i suoi avi. Handke dà espressione al proprio conflitto identitario. Lo spettacolo fa parte di un progetto speciale per ricordare il Premio Nobel per la letteratura 2019. In programma dal 9 all’11 maggio.
L’ultima domenica di agosto di Fulvio Pepe chiude il programma per la stagione 2024-25. Tratto da La potenza delle tenebre di Tolstoj, rappresentato pochissime volte nel nostro paese, lo spettacolo è in realtà un testo originale di Pepe. La storia è ispirata alla vita di Efrem Koloskov, un contadino assassino del figlio neonato. Dal 16 al 18 maggio.
Una stagione ricca e sfaccettata. Nomi famosi alternati ad autori più giovani, ma anche tragedia classica inframmezzata da commedia che adotta un punto di vista nuovo o, quantomeno, diverso. Insomma Teatro Stabile del Veneto sembra aver recuperato lo smalto che aveva perso, tentando di portare ai suoi teatri delle programmazioni degne delle maggiori città italiane. Non ci resta che aspettare.
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