Focolaio di Dengue, oltre 100 contagi nelle Marche
È allarme per il focolaio di Dengue che ha provocato almeno 100 contagi nell’area di Fano, in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche.
Sono 102 i casi finora accertati a Fano, a cui si aggiungono altri 10 probabili contagi. Già nella giornata di ieri, martedì 1 ottobre, l’infettivologo Matteo Bassetti, interpellato dall’Adnkronos Salute, aveva lanciato l’allarme: “Si deve affrontare questo focolaio arginandolo, altrimenti rischiamo una espansione sul territorio e oltre. Uno scenario che diventerebbe ancora più difficile da gestire”.
Ora, anche il virologo Roberto Burioni, parla di “situazione fuori controllo” aggiungendo che le infezioni sarebbero almeno il doppio di quelle ufficialmente riscontrate.
Intervistato dall’Adnkronos Salute il virologo spiega: “Dove ci sono uomini non ci devono essere zanzare tigre. Fine del discorso. Se poi per altri motivi si decide di non eradicarle (magari di non provarci neanche) la questione è politica, e bisogna in questo caso essere pronti a pagare il prezzo della diffusione evitabile di queste malattie. Non dimentichiamo che nel 1946 abbiamo eradicato dall’Italia la zanzara anofele, e con essa la malaria”.
L’esperto sottolinea che la “Dengue non è, come hanno improvvidamente detto alcuni, una semplice influenza. Nella maggioranza dei casi la malattia, pur gravata da sintomi estremamente fastidiosi (in molti Paesi la chiamano “febbre spaccaossa”, e questo è esemplificativo), guarisce spontaneamente. Ma in un paziente su venti ha un decorso molto più grave e può essere addirittura fatale. Non abbiamo farmaci specifici e abbiamo da pochissimo un vaccino, che però è inutilizzabile nel contesto italiano e sembra non avere un’efficacia altissima”.
La Dengue viene “trasmessa esclusivamente dalle zanzare tigre (non le altre specie), che pungono un individuo infetto (che in oltre il 50% dei casi è asintomatico), si infettano a loro volta e rimangono in grado di trasmettere la malattia per tutta la loro vita, che è di un mese circa”.
Per fortuna, sottolinea il virologo, “nella situazione di Fano un aiuto ci dovrebbe arrivare dall’abbassarsi delle temperature. Sotto i 16 gradi le zanzare tigre diventano molto meno attive e quindi meno efficaci nel trasmettere l’infezione. Però pensiamo cosa sarebbe successo in una zona a vocazione turistica se questa situazione si fosse verificata non ai primi di ottobre, ma in giugno. In questo momento, se io fossi un turista a Fano, me ne andrei immediatamente. Questa volta probabilmente ci è andata bene, ma impariamo per il futuro”.
“Ovviamente quando è in corso un focolaio epidemico diventa indispensabile uccidere le zanzare adulte – conclude Roberto Burioni – e potenzialmente in grado di trasmettere l’infezione, per cui bisogna agire con grande energia”.