
Una sala comunale gremita ha accolto a Palazzo dei Trecento la lectio magistralis tenuta dal professor Mario Isnenghi, autorevole storico italiano, che tramite il suo ultimo libro, Autobiografia della scuola italiana, ha ripercorso il ruolo centrale della scuola nelle vicende storiche del nostro Paese, non limitandosi al periodo resistenziale, ma spaziando attraverso un secolo di storia nazionale, dalle guerre d’indipendenza di metà Ottocento sino all’immediato secondo dopoguerra.
In fondo, la narrazione ufficiale della Guerra di liberazione, specie negli anni della costruzione del “racconto fondativo” dell’epopea partigiana, non ha mai nascosto la volontà di considerare la Resistenza come un secondo Risorgimento. Un momento in cui, tramite la lotta all’invasore (ancora una volta tedesco) si sarebbero poste le basi per la costruzione di una nuova Italia.
Quello che però l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea della Marca trevigiana (Istresco) vuole proporre, assieme alla vasta rete di enti, fondazioni e associazioni culturali che gli si sono affiancati, è un lungo percorso che, attraverso quasi un mese di conferenze, lezioni, proiezioni, concerti, mostre, visite guidate e iniziative popolari, possa ricostruire e sviscerare quella che è stata l’esperienza dei venti mesi di lotta partigiana nel Trevigiano e, in particolare, nella città di Treviso, città medaglia d’oro per la Resistenza.
Analizzare, anche criticamente, la storia della Guerra di liberazione e della Guerra civile che hanno coinvolto la penisola tra il 1943 e il 1945, per rafforzare e ricostruire la sempre più attuale e necessaria memoria dell’antifascismo.
Un’iniziativa popolare
Il Festival della libertà ritrovata, come è stato chiamato a Treviso, s’inserisce nella lunga lista di iniziative popolari, nate spontaneamente e coordinate dall’Istituto Parri e dalla rete degli istituti locali per la storia della Resistenza (a Venezia si terrà il festival Venezia è libera, organizzato dall’Iveser) per celebrare gli ottant’anni dal 25 aprile 1945.
Come dichiarato dall’Istresco:
La Liberazione fu il risultato di venti mesi di lotta, alimentata da ideali coltivati dagli antifascisti per oltre vent’anni. Istresco, da sempre impegnato nella conservazione della memoria della Resistenza, ha coinvolto, nell’ottantesimo anniversario della Liberazione, tante associazioni culturali della città per organizzare assieme il Festival della libertà ritrovata. Si è voluto così rendere vivo e attuale il valore della libertà, offrendo un nutrito calendario di differenti iniziative rivolto a un vasto pubblico.
Tra i prossimi appuntamenti si ricordano: la presentazione il 23 aprile del volume “Storie di resistenti. Treviso 1943 – 1945”, che si lega all’omonimo podcast realizzato dall’istituto, il convegno del 24 aprile “La nostra Resistenza – Progetti e ricerche in corso a Treviso”, il percorso in bicicletta “I luoghi degli ultimi scontri prima della liberazione della città” curato da Fiab e Anpi per il 26 aprile, oltre all’evento “Qui Radio Libertà. La Resistenza in cento canti” che si svolgerà nella serata dello stesso giorno presso l’auditorium della Cgil, con ospite il cantautore Alessio Lega, autore del libro omonimo.
Le iniziative proseguiranno anche oltre la “Liberazione di Treviso” (che avvenne nella notte tra il 28 e il 29 aprile) con i due importanti appuntamenti del 2 maggio (“Il contributo degli artisti alla ricostruzione di Treviso: 1945 – 1950”) e 4 maggio (“Libertà e Resistenza nel nostro tempo” dedicato agli under 30).
Il festival si chiuderà infine il 6 maggio con la proiezione del documentario “Con i messaggi tra i capelli. Ragazze della Resistenza trevigiana” di Chiara Andrich.
Queste sono solo alcune delle tante iniziative proposte. Per un elenco completo si veda il programma ufficiale del festival.
Come dichiarato da Emilia Peatini, direttrice scientifica dell’Istresco e tra le organizzatrici dell’evento:
Il discorso su quanto successe nella nostra città deve uscire dai luoghi di studio, dalle biblioteche e dagli archivi e diventare pubblico: un anniversario così importante, come quello dell’ottantesimo, riguarda non solo gli studiosi ma l’intera cittadinanza.
Animati da questo spirito gli studiosi dell’Istresco hanno lanciato un appello alle associazioni culturali della città che hanno risposto con entusiasmo testimoniando che la conquista della libertà quel 29 aprile (per la nostra città) ci riguarda ancora oggi e ci chiama alla partecipazione.
A pochissimi giorni dall’inaugurazione del festival, dopo mesi di lavoro intenso nel coordinare e portare a compimento tutte le iniziative programmate, vorrei sottolineare quanto sia stato positivo il riscontro alla nostra proposta, con l’adesione di tutte le istituzioni e associazioni culturali invitate, che si sono impegnate nell’offerta di un evento secondo le proprie peculiarità ma in linea con il programma stabilito insieme.
Possiamo affermare che il festival si caratterizza come un evento plurale, vissuto da soggetti diversi, con linguaggi diversi ma come un patrimonio condiviso.
A questa iniziativa ha risposto, fin dalle prime fasi progettuali, l’amministrazione comunale offrendo collaborazione e sostegno, insieme alla generosa risposta delle funzionarie e funzionari che ci hanno aiutati a far funzionare questa complessa macchina organizzativa.
Immagine di copertina: logo del Festival della libertà ritrovata.
L’articolo La libertà ritrovata proviene da ytali..