La Puglia affronta un’emergenza idrica sempre più grave: i campi restano a secco e la stagione irrigua non è ancora partita, a causa di invasi vuoti nel Foggiano e nel Barese e impianti obsoleti e fermi nella provincia di Taranto. È Coldiretti Puglia a lanciare l’allarme, in vista del tavolo di crisi convocato per il 21 maggio dall’assessore regionale Donato Pentassuglia. L’organizzazione agricola fa sapere che porterà al tavolo “proposte concrete per alleviare almeno parzialmente la grave carenza di acqua”.
A rendere particolarmente vulnerabile il territorio, in particolare quello tarantino, è la forte dipendenza dai due invasi lucani che alimentano la zona: la diga sul fiume Sinni (Monte Cotugno) e quella sul fiume Bradano (San Giuliano). “Ancora oggi il comprensorio irriguo tarantino – fa sapere Coldiretti – è fortemente dipendente dai due invasi lucani che servono la provincia, la diga sul fiume Sinni (diga di Monte Cotugno) e quella sui fiume Bradano (diga di San Giuliano), e basta che uno dei due invasi vada in sofferenza per mettere in ginocchio tutta l’area”.
Nel Foggiano, la situazione è altrettanto critica. La diga di Occhito e il comprensorio del Fortore restano chiusi, mentre è appena iniziata l’erogazione nel comprensorio sinistra Ofanto, con 600 metri cubi d’acqua per ettaro: un quantitativo minimo, sufficiente solo per un’irrigazione di soccorso. Secondo i dati forniti da Anbi (Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue), le dighe della provincia di Foggia contenevano al 13 maggio 2025 soltanto 112 milioni di metri cubi d’acqua, a fronte dei 189 milioni dello stesso periodo nel 2024. Si tratta di appena il 34% dei volumi autorizzati rispetto all’anno scorso, con la diga di Occhito particolarmente in sofferenza.
“L’incognita siccità pesa come un macigno sulle prossime campagne agricole che si prospettano pesanti e rischiano di frenare gli investimenti – denuncia il presidente di Coldiretti Puglia Alfonso Cavallo – I volumi idrici trattenuti dalle dighe sono quasi la metà rispetto a quelli del 2024, l’anno peggiore per le disponibilità idriche nella regione. Da qui l’urgenza di avviare un piano invasi per assicurare in maniera strutturale la disponibilità idrica e prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici”. Nel frattempo, Coldiretti ha rivolto un appello al Governo affinché si acceleri l’erogazione degli aiuti legati alle assicurazioni agricole e si favorisca una riforma del sistema di gestione del rischio, oggi messo a dura prova da fenomeni climatici sempre più estremi.
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