
Sarebbe un’impronta rinvenuta accanto al corpo di Chiara Poggi l’asso nella manica di cui si è tanto vociferato nei giorni scorsi e che sarebbe stato tenuto nascosto dalla procura di Pavia in previsione dell’interrogatorio di Andrea Sempio, previsto per le 14.00 di oggi, martedì 20 maggio. Interrogatorio al quale Andrea Sempio, sotto consiglio dei suoi legali, ha deciso di non presentarsi. Lo rivela in esclusiva il Tg1 secondo cui l’impronta sarebbe stata rinvenuta in seguito a una perizia disposta dalla procura di Pavia in merito ai nuovi accertamenti disposti per fare luce sul delitto di Garlasco (qui le ultime notizie). Non solo, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, l’impronta sarebbe stata al centro anche dell’interrogatorio al quale è stato sottoposto Andrea Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni e attualmente in semilibertà.
Ci sarebbe l’impronta di Andrea #Sempio accanto al cadavere di Chiara #Poggi. Lo rivela una perizia disposta dalla procura di #Pavia in merito ai nuovi accertamenti disposti per fare luce sul delitto di #Garlasco.#Tg1 pic.twitter.com/ZYeqLGeUw5
— Tg1 (@Tg1Rai) May 20, 2025
Massimo Lovati, uno degli avvocati che assiste Andrea Sempio, intanto, ha spiegato che il suo assistito non si è presentato all’interrogatorio perché “l’atto di convocazione era nullo”. Interpellato dall’Adnkronos, infatti, l’avvocato ha dichiarato: “Atto nullo, lo abbiamo comunicato alla procura. L’invito non conteneva l’avvertenza alla lettera D dell’articolo 375 del codice di procedura penale“. Lovati ha aggiunto: “Andrea sta bene. Segue le nostre direttive e le nostre strategie difensive. E ancora: “Abbiamo deciso ieri con Andrea di fare così. Ora ci attendiamo una nuova convocazione con l’avvertimento previsto dal codice e che manca in quello ricevuto. Se poi non dovessimo presentarci ancora” il gip potrà disporre “l’accompagnamento coattivo”. Nelle ore in cui Sempio era atteso al Tribunale di Pavia, la sua legale, Angela Taccia, neanche lei presente in tribunale, aveva scritto sui social: “Guerra dura senza paura. CPP we love you”. Il riferimento era proprio al codice di Procedura Penale.
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