
Quanto costa organizzare l’Eurovision: le cifre dietro lo show più amato d’Europa e cosa vince davvero il primo classificato.
L’Eurovision Song Contest è senza dubbio la manifestazione musicale più importante e seguita d’Europa. Dal 1956 a oggi ha attraversato il continente, cambiando palco e Paesi ospitanti, ma dietro la magia di luci e musica si cela un’organizzazione colossale. Ma quanto costa davvero organizzare l’evento? E il “premio” per il vincitore?
Quanto costa organizzare l’Eurovision Song Contest
Ospitare l’Eurovision Song Contest è un onore, ma anche una grande responsabilità economica. Ogni anno, il Paese vincitore dell’edizione precedente si prepara a mettere in piedi uno spettacolo senza precedenti, come come riportato da Economymagazine, con un investimento che può oscillare tra i 10 e i 30 milioni di euro. In casi particolarmente ambiziosi, il budget può arrivare anche oltre i 40 milioni, come accaduto a Copenaghen nel 2014.
A sostenere questi costi sono in parte le emittenti pubbliche del Paese organizzatore, ma spesso intervengono anche sponsor, enti locali e una quota di supporto dalla stessa EBU (European Broadcasting Union). Oltre al prestigio internazionale, l’evento può generare un importante ritorno economico per la città ospitante, tra turismo, indotto e visibilità globale.
Qual è il premio per il vincitore
Ogni anno l’Eurovision Song Contest riunisce davanti allo schermo telespettatori residenti in ogni zona d’Europa. Si tratta, infatti, della manifestazione canora europea più importante, nonché quella più longeva. Per gli artisti che hanno la fortuna di partecipare è un trampolino di lancio, un’occasione che consente di farsi conoscere al di fuori dei confini nazionali. Ma qual è il premio per il vincitore?
Chi riesce a portare a casa la vittoria dell’Eurovision Song Contest non conquista alcun premio in denaro. L’unico trofeo è la scultura in cristallo a forma di microfono. Non è previsto né un montepremi né tantomeno un contratto discografico europeo, ma il vincitore non torna in patria solo con la gloria.
Anche se il vincitore dell’Eurovision non ottiene alcun premio oltre alla scultura di cristallo, ci sono comunque alcuni ‘privilegi’ che rendono allettante la partecipazione al Contest. Innanzitutto, ha un ritorno impressionante in termini di visibilità. Se la performance sul palco dell’ESC è spaziale, la popolarità europea è garantita. Questo, in termini pratici, si traduce con ingaggi, concerti e via dicendo.
Oltre alla possibilità di esportare la propria musica al di fuori dei confini della nazione d’origine, il vincitore dell’Eurovision ha un altro ‘privilegio’: trionfando porta la manifestazione nel proprio paese. Come accaduto con i Maneskin che, vincendo a Rotterdam nel 2021, sono riusciti a ospitare l’ESC a Torino nel 2022.