
Gianmaria Potenza. Elaborating new codes
Il 14 maggio è stata inaugurata a Venezia, a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, una mostra del Maestro veneziano Gianmaria Potenza (1936).
La mostra, che chiuderà il 17 ottobre, ripropone opere dei primi anni Novanta – gli “elaboratori”, come si chiamavano agli esordi i primi computer – alle quali si vanno aggiungendo altri percorsi, con contributi più vicini nel tempo (fino al 2024), e che ne sono riflessione artistica, un ripercorrere quella ispirazione.
È come se dal passato giungesse un’eco che s‘invera nel presente. E questo processo si compie più al primo piano che al piano terra. Dove non c’è la stessa dialettica tra i quattro monumentali rotondi elaboratori e l’arte più vicina.
E i grandi tondi occupano la scena con la mole dell’elaborazione del digitale, forse perché sono una introduzione a un percorso che, a partire dalla mimesi del linguaggio degli interni delle pianole alle quali il Maestro si rifà espressamente, arriva a fondare un nuovo codice artistico. E questo è “contrappunto” del 2024 che riporta su un materiale diverso dal legno degli elaboratori e ritrova un suo nuovo codice nel bronzo.
Si elaborano così nuovi codici, capaci di generare l’arte più vicina nel tempo, a partire dalla risposta dei cinque grandi pannelli al primo piano, che mimano il digitale e sono scuri, per lo più appena sfiorati da un filo di colore che diviene luce, intelligenza del buio.
Così la sala dei cuoi di Palazzo Ferro Fini ospita quattro sculture in bronzo, delle quali due a soggetto “mondo in croce” dove le sfere sono come tagliate variamente da una croce e datate 2001 e 2014, che non sono monumentali, e altre due del 1997 e dello stesso volume ”sfera” e “maternità”.
Ma questo ritrovare l’ispirazione è palese anche nell’allestimento centrale del primo piano, a tu per tu con i pannelli degli elaboratori che dal tocco di colore sembrano irradiare la luce interiore che il Maestro realizza in due “grattacieli”, uno in marmo di Carrara e marmo nero (2013) e uno in bronzo (2013) una mezza sfera in marmo (2024) e luna nera in marmo (2024) e un sole in marmo (2024).
E nella corte del Palazzo vi sono alti “grattaceli rossi” (2021) che forse sono l’ennesima suggestione dell’elaborazione di nuovi codici.
Ma l’interesse di Gianmaria Potenza si dispiega oltre e, con la Fondazione Potenza Tamini, ha aperto un bando per premiare giovani musicisti e compositori che possano trovare ispirazione dall’opera del Maestro.
La Mostra è aperta a ingresso libero dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 17.00, fino al 17 ottobre 2025 a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto.
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