Nel 2023, il Pil in volume è cresciuto in Italia dello 0,7% rispetto all’anno precedente ma la crescita è stata in linea con la media nazionale nel Nord-ovest (+0,7%), maggiore nel Mezzogiorno (+1,5%) e minore al Centro (+0,3%) e al Nord-est (+0,4%). Lo sottolinea l’Istat in audizione sul federalismo fiscale segnalando come il Pil medio pro-capite sia ancora molto più alto nelle regioni del Nord rispetto al Sud. Nelle regioni del Nord-ovest risulta pari a 44.700 euro, poco meno del doppio rispetto al Mezzogiorno (23.900 euro) e 8,.600 euro al di sopra della media nazionale (36.100); nel Nord-est ammonta a 42.500 euro e nel Centro a 38.600. A livello regionale, la provincia autonoma di Bolzano registra il Pil pro-capite più elevato (59.800), quasi il triplo di quello minimo registrato in Calabria (21mila). Nel 2023, a livello nazionale, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è stato pari a 22.400 euro per abitante. Nelle regioni del Nord-ovest ha raggiunto i 26.300 euro, nel Mezzogiorno i 17.100.
L’azione pubblica di redistribuzione del reddito ha determinato un aumento del reddito disponibile medio per abitante a livello nazionale del 7,8% nel 2023 (+8,6% nel 2022), pari a +1.734 euro, e, a livello di macro aree, ha operato nella direzione di una riduzione dei differenziali. L’incidenza della componente derivante dalla redistribuzione sul reddito complessivamente disponibile è infatti massima nel Mezzogiorno (17,5%), dove i livelli di reddito disponibile per abitante sono più bassi, ridotta nel Nord-ovest (2,3%) e intermedia nel Nord-est (4,7%) e nel Centro (7,1%). Il Mezzogiorno resta indietro anche sui servizi. I posti nido disponibili sono poco più di 17 ogni 100 bambini, meno della metà rispetto al Centro (38,8) e al Nord-est (37,5) e circa la metà del Nord-ovest (35). Significative anche le differenze nella disponibilità di posti letto nei presidi socio assistenziali e socio-sanitari. Le regioni del Mezzogiorno contano 37 posti letto per 10mila abitanti, poco più della metà di quelli presenti sul territorio nazionale (69,1 per 10mila); i valori più bassi si confermano in Campania, con 20,2 posti letto residenziali per 10mila abitanti, a fronte di un livello di 151,1 nella provincia autonoma di Trento.
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