Il Tribunale del Riesame di Bari ha revocato i domiciliari, disponendo l’obbligo di dimora nel Comune di Noci (Bari), nei confronti di don Nicola D’Onghia, il parroco arrestato a fine aprile per omicidio stradale e omissione di soccorso in relazione alla morte della 32enne Fabiana Chiarappa dello scorso 2 aprile. Il Riesame ha dunque accolto il ricorso presentato giovedì dagli avvocati del prete, Federico Straziota e Vita Mansueto dello Studio Polis, confermando però i gravi indizi di colpevolezza. D’Onghia, dunque, non si potrà recare nella chiesa di San Giovanni Battista di Turi di cui è parroco. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, il prete avrebbe travolto la 32enne – che aveva perso il controllo della sua moto Suzuki, finendo sull’asfalto – la sera del 2 aprile, intorno alle 20.30, causandone la morte. Poi, però, non si sarebbe fermato a prestare soccorso. Lui ha detto di non essersi accorto di avere travolto una persona, ma di avere pensato ad una pietra e per questo si sarebbe fermato solo successivamente ad una stazione di rifornimento per controllare i danni.
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