
Il racconto di Teo Mammucari tra passato, presente e prospettive future. Le dichiarazioni inedite del conduttore e comico.
Si era emozionato parecchio parlando di sua figlia in diretta tv e anche nel corso di una recente intervista al Corriere della Sera, a margine dell’uscita del suo libro, Teo Mammucari non è stato da meno. Il noto conduttore e comico, infatti, ha parlato a tuttotondo della sua vita passando dal ricordo di quanto vissuto in collegio da piccolo fino ad oggi.
Teo Mammucari e il ricordo del collegio
In occasione dell’uscita del suo libro edito da Rizzoli, ‘Dietro ogni profondo respiro’, Teo Mammucari ha rilasciato una interessante intervista al Corriere della Sera nella quale ha ripercorso alcuni dei momenti complicati vissuti nella sua vita. In particolare quando la madre lo abbandonò in collegio dove dovette fare i conti con una realtà pesante. “Stringevo forte un pugno di caramelle, l’ultimo regalo che mia madre mi aveva lasciato. Una suora me le tolse: ‘Qui le cose si dividono, non sono solo tue’”.
Teo Mammucari – www.donnaglamour.it
Continuando nel suo discorso, Mammucari ha aggiunto: “È inutile raccontare stupidaggini, menavano tanto e me le ricordo tutte: suor Consolata che ti tira per il collo, suor Deodina che ti prende per le orecchie. Menavano come nei film di Bruce Lee, ora ci scherzo ma è stata molto dura”.
Belve e l’intervista con Francesca Fagnani
Tra i vari passaggi dell’intervista anche un accenno più recente alla ormai famosa intervista a Belve con Francesca Fagnani interrotta: “In 30 anni di carriera capitano momenti più belli e altri più brutti. In quell’occasione sono andato io nel posto sbagliato: ero arrivato tranquillo, lei mi aveva detto di non preoccuparmi perché registravamo più di quello che serviva”, ha spiegato Mammucari.
“E invece, una volta lì, lei ha fatto il suo lavoro, certo umanamente potevo aspettarmi che mi dicesse di fermarci perché io avevo capito che non ero al posto giusto per fare il mio spettacolo o per dire la mia. I social hanno fatto il resto: al pubblico piace avere un Barabba contro cui gridare. Ma è il passato, io non sono uno che porta rancore“.