Ok, non c’era Gabi. Ok, ne mancavano anche altre, ma questo Brasile era comunque squadra difficile da piegare, soprattutto in casa sua. L’Italia ci è riuscita, e lo ha fatto per di più con il massimo scarto, ma non lo ha fatto giocando una partita perfetta e neanche dimostrandosi nettamente superiore alle avversarie per tutta la gara e in tutti i fondamentali. L’Italia oggi ha dimostrato di essere capace di vincere anche giocando male. Vi ricorda qualcosa? Sì, proprio quello, proprio uno dei tanti mantra di Julio Velasco.
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STARTING PLAYERS – Velasco se la gioca inizialmente con tutte le big campionesse olimpiche, con una sola eccezione: Degradi al posto di Giovannini in posto 4 con Sylla. Per il resto Orro-Egonu, Danesi-Fahr, De Gennaro libero.
IL MATCH – Pronti via, il primo punto del match è un ace di Sylla. Poco più tardi la imita Ana Cristina e le squadre viaggiano punto a punto fino agli 8. Dai nove metri arriva una lunga serie al servizio, ancora con Sylla, e l’Italia prende un buon margine di vantaggio (11-8), che aumenta in fretta con la premiata ditta Orro-Egonu (17-11). Bergmann riesce a prendere la targa proprio all’opposta azzurra e il Maracanazinho esplode, poi il servizio di Ana Cristina mette in crisi una certa De Gennaro, ma le azzurre hanno comunque margine e alla fine chiudono 25-22 con una diagonale strettissima di Antropova.
Nel secondo set le brasiliane continuano a martellare dai nove metri costringendo presto le azzurre a inseguire (3-6). All’apparenza sembrerebbero errori in ricezione di De Gennaro, poi a ben guardare sono tutte palle in zona di conflitto sulle quali Sylla e Degradi dovrebbero fornire un contributo maggiore. Le azzurre impattano comunque ai 12, poi mettono anche la freccia con un muro di Antropova. A creare più di qualche grattacapo sono ora Bergmann da una parte e Jheovana dall’altra, poi però ‘Wonder Kate’ piazza due dei suoi ace in fila e l’Italia vola nuovamente sul +3. Velasco lascia in campo la diagonale Cambi-Antropova e si gioca anche la carta del doppio libero affiancando Fersino a De Gennaro. Mosse vincenti perché le azzurre si prendono anche questo set con un margine addirittura maggiore rispetto al primo: 25-18.
Nel terzo set si torna alla formazione partita titolare a inizio match che mette subito il turbo (6-4, 10-5). Il muro-difesa azzurro ora è un fattore, con Danesi che stampa anche un Kong su Ana Cristina e Fahr che tocca di tutto e in primo tempo è sempre una sentenza (14-9, 16-11). Si riaccende pure Egonu e Ze Roberto, sotto 18-13, ferma ancora il gioco. Altro ace brasiliano in float che manda in tilt Sylla-De Gennaro, mani-out pescato da Bergmann in pipe e il Brasile si riporta sul -2 (19-17). E non è finita qui. Muro su Degradi, Velasco chiama Giovannini che non fa neanche in tempo a entrare in campo che subisce ace pure lei: parità ai 19 e il Maracanazinho ora è una bolgia infernale.
Murata in campo anche Antropova da Ana Cristina, poi Cambi pesca un jolly no-look da vedere e rivedere e ci tiene in linea di galleggiamento (21-20), ma ora c’è davvero da soffrire. L’errore in attacco di Antropova porta avanti il Brasile (22-23), poi arriva anche il murone su Sylla (22-24), ma Velasco vede un tocco a rete, confermato anche dal video check, e fortunatamente si torna in parità ai 23. Ace di Antropova, aiutata dal nastro, e situazione ribaltata, ma le padrone di casa trovano comunque il punto che manda la contesa ai vantaggi. Le brasiliane difendono di tutto, le azzurre non sono da meno e si viaggia punto a punto un rally dopo l’altro. Il tutto sotto gli occhi anche della stella NBA Giannis Antetokounmpo e dei suoi fratelli. Alla fine è ancora un ace a decidere set e match, quello di Paola Egonu. Finisce così con il massimo scarto. Finisce, soprattutto, con un’altra prova di forza delle azzurre, superiore tanto dal punto di vista tecnico quanto mentale.
ITALIA-Brasile 3-0
(25-22, 25-18, 29-27)
Di Giuliano Bindoni
(©Riproduzione riservata)
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