
Chiara Poggi potrebbe essere stata uccisa da due persone con due armi differenti: è quanto ipotizza la procura di Pavia che ha riaperto l’indagine sul delitto di Garlasco. Gli inquirenti, che hanno iscritto nel registro degli indagati Andrea Sempio per omicidio “in concorso con Alberto Stasi o con altri” sono arrivati a questa ipotetica ricostruzione sulla scia della rilettura degli atti dell’inchiesta del 2007 e dell’esito dell’autopsia, che fu depositata il 5 novembre di quell’anno, dal dottor Marco Ballardini. Secondo quanto rivela Il Messaggero, infatti, nel referto dell’autopsia si leggeva: “Ove non si voglia ipotizzare l’impiego di più strumenti, si deve altresì riconoscere che lo strumento in discussione è stato talvolta impiegato in modo non contusivo”. Il riferimento è in particolare alle lesioni riscontrate nelle palpebre superiori, “una per lato, prevalentemente trasverse, che evocano una superficiale violenza con un mezzo dotato di un filo piuttosto tagliente e/o di una punta acuminata che abbia superficialmente strisciato sul tegumento palpebrale”.
Secondo il medico legale, poi, le ferite permettevano di individuare con sicurezza l’arma del delitto che, però, poteva essere più di una: Il corpo contundente reiteratamente impiegato non sembra ascrivibile a uno strumento usuale di facile identificabilità. Esso, peraltro, sembra dotato delle seguenti caratteristiche: stretta superficie battente; linearità dei margini; presenza di punta impiegabile di per sè”. Ci sono, poi, tre piccole gocce di sangue trovate davanti al divano definite “di non facile contestualizzazione nello scenario delittuoso sinora complessivamente prospettato”. L’ipotesi è che l’aggressione sia iniziata in soggiorno con le gocce che potrebbero essere “conseguenza di un pugno sferrato al naso della vittima, che poi scappa verso le altre aree dell’appartamento”.
A ipotizzare che nella villetta della famiglia Poggi potessero esserci più persone era stata anche la difesa di Alberto Stasi. In un’intervista al Corriere della Sera, infatti, l’avvocata Giada Bocellari ha dichiarato: “Già nel 2007 il nostro consulente disse che c’erano due persone. Detto ciò per quello che sappiamo fino ad ora l’azione omicidiaria avviene in tre fasi e, almeno nelle prime fasi, non si può escludere la presenza di altri soggetti”.