
Come prevedibile il primo giorno del maxi incidente probatorio sul delitto di Garlasco si è trasformato in un vero e proprio scontro tra periti e legali. A rivelare quanto accaduto all’interno della questura di Milano, dove ci sono i laboratori della Scientifica, è il Corriere della Sera. Sulle 18 fasce contenenti impronte analizzate, infatti, non vi sarebbe nessuna traccia di sangue. Tra questa c’è anche la numero 10, ovvero quella ritrovata sulla porta d’ingresso di casa Poggi, che, però, verrà sottoposta a un ulteriore esame volto a escludere del tutto la presenza di materiale ematico. Questa, secondo gli inquirenti, sarebbe una traccia lasciata dall’assassino o da una persone che era comunque presenta sulla scena del delitto. Tuttavia una prima analisi ha escluso tracce di sangue mentre una recente consulenza dattiloscopica non ha trovato una corrispondenza né con Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio dell’ex fidanzata Chiara Poggi, né con Andrea Sempio, al centro della nuova inchiesta della procura di Pavia.
Durante l’incidente probatorio, inoltre, è stato rilevato che le impronte raccolte sulla scena del crimine non sono conservate su fascette paradesive, come inizialmente previsto, ma su fogli di acetato. Questo potrebbe complicare ulteriormente le analisi da effettuare. Non è stata esaminata né sarà fatto nel maxi incidente probatorio l’impronta numero 33 individuata sul muro della scala che porta alla taverna di casa Poggi, e che secondo la procura di Pavia apparterebbe ad Andrea Sempio. Le operazioni continueranno nella giornata di giovedì, sempre presso la questura di Milano, con l’analisi della spazzatura trovata nella villetta di casa Poggi e, in particolar modo, sugli avanzi della colazione consumata presumibilmente dalla vittima nella mattina del delitto.