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“Midnight Hammer”, martello di mezzanotte. Per bombardare i tre siti nucleari iraniani, aviazione (Usaf) e marina (Us Navy) su ordine del presidente Trump hanno impiegato una task force di oltre 125 aerei da combattimento e almeno un sommergibile lanciamissili.
Cerchiamo in questo articolo di descrivere con la maggiore precisione possibile i particolari di un’operazione militare che, al di là dei drammatici possibili effetti futuri, è stata da un punto di vista strettamente tecnico-militare un successo, visto che tutti i mezzi e il personale impiegati non hanno subìto danni e hanno colpito gli obiettivi designati.
Tre gli obiettivi, tutti siti specializzati nell’arricchimento dell’uranio, procedimento utile per attivare energia nucleare e anche eventualmente costruire bombe atomiche.
Da nord a sud, gli stabilimenti colpiti sono Fordow (l’impianto più difficile da bombardare, perché è una struttura costruita nel sottosuolo, sotto una montagna), Natanz e Isfahan.
La punta di diamante della task force per il raid, coordinato dal generale Eric Kurilla (capo di stato maggiore congiunto, ufficiale dell’US Army, l’esercito statunitense), è stato un gruppo di bombardieri “stealth” (invisibili ai radar) B-2 Spirit del 509th Bomb Wing, decollati dalla base aerea Whiteman, nel Missouri (a sud est di Kansas City), e qui tornati dopo 18 ore di volo senza scalo sull’Atlantico e sul Mediterraneo dopo una serie di rifornimenti garantiti da aerocisterne KC-135.
Già nei giorni scorsi era stato registrato il trasferimento delle aerocisterne dall’Oklahoma (dalla base aerea Tinker, presso Oklahoma City) verso basi in Europa, quali Lajes in Portogallo, Moròn in Spagna e Souda in Grecia. In aggiunta, 12 caccia “stealth” F-22 Raptor, dislocati dal Pentagono nella base aerea Muwaffaq Salti in Giordania. Questi ultimi jet, i Raptor, hanno avuto il compito di scortare i 7 B-2 decollati dal Missouri (due i piloti in ogni bombardiere), ognuno armato con due bombe “GBU-57A/B Massive Ordnance Penetrators (MOP)”, bombe da 30.000 libbre (oltre 13 tonnellate e mezzo) progettate per penetrare fino a 60 metri di cemento armato, ordigni ritenuti i più adatti per l’impianto di Fordow, più altre bombe meno potenti.
Per depistare l’intelligence iraniana altri bombardieri B-2 erano partiti sempre dal Missouri diretti a Ovest sul Pacifico, verso l’isola di Guam, dove si sono riforniti in volo per poi tornare alla base Whiteman.
I 7 bombardieri che hanno sorvolato l’Atlantico si sono quindi riuniti alla scorta caccia dei Raptor (e forse anche di cacciabombardieri F-35 Lightning II) sabato alle 23 ora italiana e alla stessa ora un sommergibile (alcune fonti indicano l’USS Georgia, classe Ohio) dal Mare Arabico ha lanciato 30 missili da crociera Tomahawk Block V diretti sull’impianto più meridionale, Isfahan.
Quando in Italia era scoccata la mezzanotte, la task force “stealth” è entrata nello spazio aereo di Teheran. Fra le 0,40 e l’1 di notte (sempre ora italiana) i bombardieri e i missili da crociera hanno colpito i tre stabilimenti e mezz’ora dopo bombardieri e scorta sono usciti dall’Iran, sul Mediterraneo, per tornare alle rispettive basi.
In totale, ha dichiarato il Segretario della Difesa statunitense Pete Hegseth, sui tre impianti iraniani sono stati lanciati 75 ordigni. Nell’operazione sono stati coinvolti anche cacciabombardieri F-18, imbarcati sulle portaerei USS Nimitz e USS Carl Vinson, oltre ad altre unità navali.
Il Northrop Grumman B-2 Spirit è un bombardiere quadrimotore strategico subsonico statunitense in grado di trasportare armi sia convenzionali sia nucleari. Ognuno di questi aerei ha un valore di circa 2 miliardi di dollari. Lo ha in dotazione solamente l’Usaf: in tutto 20 velivoli distribuiti fra le basi aeree Whiteman nel Missouri, Eglin in Florida, Nellis in Nevada ed Edwards in California.
I B-2 sono stati utilizzati in Jugoslavia (guerra del Kosovo), Afghanistan, Iraq, Libia, Yemen.
Il successore del B-2 sarà il bombardiere strategico “stealth” a lungo raggio B-21 Raider, anch’esso prodotto dalla Northrop Grumman, in fase di sviluppo, velivolo il cui costo unitario è attualmente stimato in 700 milioni di dollari.
L’articolo IRAN, IL “MARTELLO” DI TRUMP DAL CIELO E DAL MARE proviene da LSD Magazine.