
Da un Editore particolarmente bibliofilo ci si può e ci si deve aspettare delle “chicche” librarie quali sono, in effetti, molti dei titoli apparsi nella “Biblioteca di Aragno”, una collezione “personale” che soddisfa le aspettative dei lettori più attenti e curiosi, offrendo loro numerose, pregevoli e sorprendenti rarità.
È il caso di questa recente pubblicazione che, intorno al tema del “refuso”, raccoglie e mette insieme alcuni brani, espunti dalla notevole produzione giornalistica e saggistica di Karl Kraus (1874 – 1936), lo scrittore viennese che s’impose per la sua pungente e dissacrante penna dal sapore aforismatico, fustigatrice dei “tempora et mores” contemporanei, tanto da osare scrivere persino un saggio contro l’ascesa al potere di Hitler, pubblicato postumo nel 1953.
L’antologia di testi monotematici è brillantemente curata da Lucio Coco, che nella sua preziosa introduzione intitolata “Metafisica del refuso”, ci conduce nel regno di quel “tic” tipografico di cui si occupò a suo tempo anche il viennese Sigmund Freud, che lo considerò nei suoi studi alla stregua del lapsus. Un regno abitato anche dal “demone” che dà il titolo al libro, una sorta di folletto addetto a scombinare le carte con la sua irriverente e inciampante (onni)presenza.
Fatica notevole, quella del curatore-traduttore, che ha dovuto impegnarsi non poco nel tradurre dal tedesco, annotandoli tra numerose parentesi quadre, alcuni esempi trattati da Kraus per segnalare e irridere alcuni particolari “errori di stampa” confinanti con il gioco linguistico oppure scaturiti dallo spostamento di una semplice virgola: in ogni caso meritevoli di quei sorrisi prodotti dagli smottamenti di senso dovuti al semplice spostamento di una singola lettera. Sappiamo come e quanto molta della comicità da spettacolo si avvalga proprio di questa specifica tecnica (Totò docet).
Il demone dei refusi
Introduzione, traduzione e note di Lucio Coco
Nino Aragno editore
Prezzo: euro 13.00
Abbondano quindi nel libro le note e le notazioni di ordine linguistico rivolte a spiegare i casi più emblematici, che, grazie a quella che in epoca pre-informatica avrei chiamato “l’invadenza del proto”, costellano non solo le pubblicazioni cui fa riferimento Kraus, tanto di richiedere, a volte, cospicui “errata corrige”. A tale proposito (nonché a proposito di comicità), non posso fare a meno di riferire qui dello strabiliante refuso che, nell’ambito di un mio pezzo giornalistico di tanto tempo fa dedicato al pianeta delle feste patronali, trasformò i “petali” che le donne lanciavano, per devozione, sul simulacro del santo che transitava sotto i loro balconi in un colorato… “pelati”: sfacciata traccia della intromissione del proto o – chissà – di una sua inconscia proiezione ai danni del povero Santo.
Quanto agli sforzi di sviste commesse nel trasportare testi da una lingua all’altra, non posso non ricordare che, nel tradurre, per una antologia edita in Svizzera romanza, un mio testo poetico, le innocenti “fiere” di paese divennero “fauves”, trasformandosi così in belve feroci.
Tornando a Kraus, «Sì, non c’è forse nessuna protezione contro l’errore di stampa che, ogni volta che si vuole parlare di stupida [stupide] erudizione, la trasforma in “stupenda” [stupenda]» (Detti e contraddetti, 1909).
Insomma, le vie del refuso sono infinite, come lo sono quelle della creatività e delle combinazioni linguistiche; del resto, anche al giorno d’oggi, pur in assenza del proto e delle sue invadenze o vendette, non sono poche le edizioni che ne fanno sfoggio, anche se prodotte da nobili e importanti case editrici. Infinite e… utili direi, le sue vie, almeno secondo il seguente consiglio strategico che sento di dare in presa diretta agli autori: seminate volontariamente e appositamente, in un vostro libro, tre quattro “errori di stampa” piuttosto marchiani; potrete usarli come spie per testarne l’indice di lettura. Dopodiché, qualora un certo lettore da voi individuato non dovesse dirvi di essersi accorto che un “petalo” si è magicamente trasformato in “pelato”, allora statene certi: costui il vostro libro non lo ha letto!
Immagine di copertina: Karl Kraus fotografato da Charlotte Joel (1921)
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