
Un uomo in abito nero, privo di volto e identità, afferra con forza i capelli di una bellissima donna bionda. Accovacciata ai suoi piedi, la donna in mini dress e tacchi a spillo neri guarda in camera: la bocca socchiusa, lo sguardo piacevolmente sorpreso, la mano sinistra delicatamente poggiata sul ginocchio dell’uomo. No, non si tratta di una grottesca pubblicità anni Settanta, bensì della cover di Man’s Best Friend, il nuovo album di Sabrina Carpenter in uscita ad agosto 2025. Non è tutto: nel post di Instagram dedicato al lancio Carpenter accosta una seconda immagine, quella di un cucciolo il cui collarino a forma di cuore contiene il titolo dell’album.
Tra la possibilità di rischio calcolato e satira, sono in molti a manifestare la propria perplessità dinanzi a un’immagine che sembra riportare le battaglie femministe indietro di cinquant’anni, proponendo un riferimento esplicito alla donna-oggetto fulcro di un’intera tradizione iconografica. La cover è stata oggetto di un acceso dibattito all’interno della fandom: riferendosi alla produzione musicale di Carpenter – la cui forza sta propriamente nell’utilizzo ironico del sottotesto sessuale – vi sarebbe la possibilità di una satira consapevole su sessismo e sottomissione femminile, eppure vi è il dubbio che l’immagine possa inserirsi all’interno di una temperie culturale in grado di cancellare decenni di lotta al male gaze, ora utilizzato come strumento da cantanti e attrici donne al fine di vendere un prodotto.
In attesa della musica e dei testi – l’unico elemento in grado di svelare le effettive intenzioni di Carpenter – è possibile approfondire le reazioni al progetto nonché il contesto artistico in cui la giovane cantante statunitense si sta muovendo negli ultimi anni.
Dagli esordi ai Grammy: il successo di Sabrina Carpenter
Sebbene ai più possa sembrare che Sabrina Carpenter sia spuntata fuori dal nulla, il successo della cantante statunitense è frutto di anni di gavetta. Nata e cresciuta in Pennsylvania, esordisce su piccolo schermo a soli undici anni, come guest star in Law & Order – Unità vittime speciali. Il primo ruolo da protagonista giunge nel 2014, quando viene scelta per il ruolo di Maya Hart nella serie tv firmata Disney Channel Girl Meets World. Come per la maggior parte delle baby star partorite dalla casa di Topolino ben presto alla carriera cinematografica si è affiancata la produzione musicale: sotto la Hollywood Records pubblica il singolo Can’t Blame a Girl for Trying, contenuto nell’album di debutto Eyes Wide Open, seguito a ruota da Evolution, Singular: Act I e Singular: Act II. Il salto di qualità giunge nel 2022: il passaggio alla Island Record e la pubblicazione di Emails I Can’t Send pone la Carpenter sotto il riflettore – soprattutto per le frecciatine rivolte alla collega Olivia Rodrigo – e le permette di affiancare Taylor Swift nell’Eras Tour, aprendo i concerti delle tappe latinoamericane e asiatiche del tour. Per la consacrazione occorre attendere il 2024: a pochi mesi di distanza l’uscita di Espresso e Please, Please, Please, in grado di scalare le classifiche e posizionarsi al primo posto nelle hit estive, nonché dell’album Short n’ Sweet, le permette di ottenere ben due Grammy Award: il primo come migliore interpretazione pop solista per Espresso e il secondo per il miglior album pop vocale. Non si tratta esclusivamente del raggiungimento da parte di Carpenter del Gotha delle artiste donne celebrate dalla Gen Z, bensì della creazione di un’immagine specifica, in grado di connotarne il genere musicale e renderla immediatamente riconoscibile come short pop bop queen.
L’immagine di Carpenter strizza gli occhi alle pin-up anni Cinquanta, a Dolly Parton, al cabaret: vaporosi capelli biondi, toni pastello, corsetti, babydoll e stivali platform dall’altezza vertiginosa fanno parte di un’estetica in grado di mixare alla perfezione l’archetipo della femme fatale con lo stereotipo ultrafemminile della donna trofeo. Carpenter si muove sul filo sottile di un’ironia in grado di enfatizzarne la personale idea di empowerment femminile: i video musicali la ritraggono come una giovane donna a prima vista superficiale, perlopiù interessata ad aggirare e prendersi gioco degli uomini che le gravitano attorno esclusivamente per il suo bell’aspetto. In particolar modo è il sottotesto sessuale dei testi di Carpenter a fungere da cartina al tornasole per la descrizione di uomini patetici e, soprattutto, infantili.
Sessualizzazione come strategia: dove finisce la provocazione e inizia lo sfruttamento?
La copertina di Man’s Best Friend si inserisce all’interno di un dibattito sempre più galvanizzato dalla questione di genere e dalla rappresentazione della donna all’interno dello Star System. Accanto alla corrente Sex e Body Positive si affaccia un utilizzo sempre più spregiudicato del corpo femminile, fino a raggiungere veri e propri casi di sfruttamento e sessualizzazione. Ne sono esempio la nuova collaborazione dell’attrice Sydney Sweeney con il brand di prodotti per la cura del corpo maschile Dr. Squatch, nonché l’iniziativa promossa dalla onlyfanser Bonnie Blue relativa al cosiddetto Petting Zoo.
Già nell’ottobre 2024 Sweeney avrebbe partecipato a un controverso spot pubblicitario Dr. Squatch. Nuda, immersa nella vasca da bagno, guarda dritto in camera pronunciando le seguenti parole: «Ciao ragazzi sporcaccioni. Siete interessati al mio body…wash? Be’, non potete averlo, perché non è per ragazzi, è per uomini». La pubblicità sarebbe parte di una collaborazione mirata, all’interno della quale l’attrice statunitense avrebbe assunto i panni della BodyWash Genie. L’apice della questione è stato raggiunto il 6 giugno 2025, quando è stata annunciata la vendita di cinquemila saponette realizzate con l’acqua del bagno dell’attrice, la Sydney’s Bathwater Bliss. Numerate progressivamente e accompagnate da certificato di autenticità, sono andate immediatamente sold out, provocando una reazione a catena. Il disgusto – e la richiesta di un perché – è andato di pari passo alle osservazioni sull’astuta scelta di marketing, in grado di brandizzare la sessualizzazione di Sweeney e sfruttare l’ossessione degli uomini per la feticizzazione (non a caso la vendita delle saponette è stata accompagnata dalla diffusione di fake news, tra cui la presenza di un buco al centro delle stesse).
Non si tratta di un caso isolato: nel 2019 la gamer e cosplayer Bella Delphine vendette l’acqua della sua stessa vasca a trenta dollari al barattolo; anche in questo caso la sua GamerGirl Bath Water era indirizzata a un pubblico prevalentemente maschile – «Vendo la mia acqua per voi assetati gamer boys» – salvo specificarne l’utilizzo prettamente “sentimentale”. Nel 2020 Gwineth Paltrow lanciò una linea di candele interamente dedicata all’odore delle parti intime femminili, mentre nel 2024, a seguito del successo del film di Emerald Fennell Saltburn vennero vendute centinaia di candele ispirate all’odore (e agli scarti corporei) dell’attore protagonista Jacob Elordi. Tuttavia, occorre sottolineare come si tratti di esempi in grado di porre una certa distanza dall’elemento reale di oggettificazione, poiché si tratta di oggetti e immagini riflesse relegate all’ambito della finzione, in particolar modo quella cinematografica. La saponetta Dr. Squatch costituisce al contrario un esempio tangibile di capitalizzazione del corpo e sfruttamento dell’immagine femminile: la scelta commerciale di Sweeney – rivolta in primis alla fidelizzazione degli uomini – sfrutta in maniera consapevole l’utilizzo proficuo del male gaze, mentre la donna-oggetto diviene un prodotto di uso e consumo nel vero senso della parola, incoraggiando gli acquirenti a «possedere un pezzo di storia» – o meglio, uno scarto di Sweeney.
Ancor più estrema l’iniziativa Petting Zoo promossa della onlyfanser britannica Bonnie Blue nel mese di giugno 2025: nuda e rinchiusa in una teca di vetro la donna avrebbe permesso a duemila uomini di usarla a scopo sessuale senza alcun limite e freno, un’iniziativa (successivamente annullata) in grado di causare il ban permanente dell’attrice pornografica dalla piattaforma Only Fans. Vi è chi parla di provocazione – specialmente dato il numero di uomini chiamati in causa, certamente impossibile da sostenere – ma soprattutto vi è chi richiama l’attenzione su iniziative altamente dannose per le lotte transfemministe, rischiando di comprometterne e invalidarne la discussione relativa al concetto di consenso ed oggettificazione sessuale.
Una copertina a doppio taglio
Volgendo lo sguardo a Carpenter, risultano di facile comprensione i timori espressi dalla fandom, nonché dalle organizzazioni femministe per le quali la copertina evocherebbe tristi stereotipi che riducono le donne ad animali domestici, oggetti di scena e proprietà private, proponendo elementi di violenza e controllo sessuale.
Tuttavia, occorre sottolineare come, a discapito dell’estetica, le lyrics di Carpenter siano spesso rivolte all’oggettificazione maschile, non femminile. All’interno dei suoi testi la cantante affronta delusioni amorose e tematiche condivise attraverso la ridicolizzazione delle dinamiche di genere, giocando con i codici del desiderio maschile e smontandoli dall’interno. Gli uomini descritti da Sabrina sono patetici, perlopiù imbarazzanti, per l’appunto dei “bambinoni” incapaci di stare al passo con le sfide che gli si pongono. A questo punto appare ovvia la chiave di lettura per il nuovo singolo prodotto da Jack Antonoff Manchild, presentato per la prima volta al Primavera Sound Festival di Barcellona e apparentemente indirizzato all’attore irlandese Barry Keoghan, ex fidanzato di Carpenter. Il testo è assolutamente chiaro in questo: «Why so sexy if so dumb? / And how survive the Earth so long? / If I’m not there, it won’t get done / I choose to blame your mom».
A discapito della temperie culturale, Sabrina Carpenter sceglie volontariamente di promuovere una determinata idea di emancipazione femminile in grado di rivelare un buon grado di assertività, pur senza prendersi troppo sul serio. È lei stessa a pubblicare tramite l’Account X una variante della copertina, pur sottolineando come quest’ultima sia «la variante approvata da Dio».
In un’epoca in cui l’immagine è merce e l’ambiguità può diventare un’arma, Carpenter si muove sul crinale scivoloso tra empowerment e compiacenza, femminismo pop e marketing consapevole. Se la provocazione funziona è perché solleva domande scomode: chi guarda? Chi controlla? A chi appartiene davvero il potere di decidere cosa sia oggettivazione e cosa auto-narrazione? Nel dubbio, ai fan non resta che attendere il 29 agosto e Sabrina, please, please, please, don’t embarass me Mother F*cker.
Immagine di copertina: da X (@SabrinaAnnLynn): immagine di copertina per Man’s Best Friend.
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