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La regia di Rossella Amoruso per “Se le pareti potessero parlare“, andato in scena ieri sera al Kismet di Bari, è un’esperienza teatrale intensa e suggestiva. Non si tratta di una semplice commedia, ma di un viaggio nel tempo, un’immersione nell’anima di un edificio antico, le cui mura custodiscono gelosamente le storie, i sussurri, i segreti di chi le ha abitate.
La scelta di ambientare la narrazione all’interno di un edificio che respira storia è geniale. Attraverso un’abile intreccio di ricordi, aneddoti, frammenti di conversazioni, la pièce dipinge un affresco vivido e toccante della vita umana, mostrando come il tempo alteri e deformi i ricordi, trasformando aneddoti banali in leggende familiari, litigi insignificanti in eventi che segnano il destino di intere generazioni. L’abilità di Amoruso sta proprio nel saper creare questa atmosfera sospesa tra realtà e ricordo, tra verità e leggenda, dove il confine tra passato e presente si fa labile e suggestivo.
Il lavoro corale degli attori è impeccabile. Tiziana Parenzan, Giuseppe Lovergine, Claudio Ventrella, Carmela Telesca, Manuela Triggiani, Pasquale Pirozzi, Elisabetta Amoruso, Angelo Simone, Vito Belfiore, Marirosa Nisi, Danilo Franco e Giuseppe Di Pierro, tutti giovani promesse dell’Accademia Oltrepalco Ricerche teatrali, dimostrano una padronanza scenica notevole e una sensibilità interpretativa che rende ogni personaggio credibile e coinvolgente. La loro performance è un’ode alla naturalezza, alla capacità di trasmettere emozioni autentiche senza enfasi, lasciando che siano le parole e le situazioni a parlare.
La pièce, nell’evocare il concetto che “i fantasmi siamo noi”, ci ricorda quanto il nostro passaggio sulla terra lasci un’impronta indelebile, un’eco che risuona nel tempo, anche se spesso solo come un sussurro. È un’opera che invita alla riflessione sulla memoria, sulla fragilità del ricordo e sul peso inesorabile del tempo, ma anche sulla bellezza e sulla ricchezza della vita umana, con le sue contraddizioni, le sue gioie e i suoi dolori.
“Se le pareti potessero parlare” è una commedia intelligente, emozionante e ben realizzata, che merita di essere vista. La regia di Rossella Amoruso e la bravura degli attori regalano allo spettatore un’esperienza teatrale di grande intensità emotiva, lasciando un segno profondo e duraturo.
Foto e video di Domenico Damiani (riproduzione riservata)
L’articolo Se le pareti potessero parlare: echi di vita al Kismet di Bari dell’accademia Oltrepalco proviene da LSD Magazine.