Nonostante un incremento del 43% a livello nazionale nell’utilizzo della profilassi pre-esposizione (PrEP) contro l’HIV, la Puglia ha registrato una crescita pari a zero nel 2024, evidenziando un significativo ritardo rispetto ad altre regioni italiane. Secondo i dati presentati durante la 17ª edizione di ICAR (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research) a Padova, regioni come l’Emilia-Romagna e il Friuli-Venezia Giulia hanno mostrato aumenti rispettivamente del 54,7% e del 65,4%, mentre la Puglia è rimasta “stagnante”.
Questa disomogeneità territoriale riflette una distribuzione ineguale dei servizi sanitari, con la maggior parte delle strutture concentrate nei centri ospedalieri, rendendo difficile l’accesso alla PrEP per le fasce più vulnerabili della popolazione. Saverio Parisi, copresidente di ICAR, ha sottolineato l’importanza di tutti gli strumenti preventivi, inclusi il preservativo e il vaccino contro il Papilloma Virus, raccomandato anche per le persone con HIV. Inoltre, il monitoraggio delle infezioni sessualmente trasmesse (IST) tra gli utenti della PrEP ha rivelato che circa un quarto dei partecipanti ha contratto almeno un’infezione durante il periodo di follow-up. Parallelamente, è emerso un aumento della pratica del “chemsex”, con il 22% degli intervistati nel 2025 che ha riferito l’uso di sostanze come mephedrone, GHB/GBL e MDPV durante l’attività sessuale, rispetto al 14% dell’anno precedente.
Annamaria Cattelan, copresidente di ICAR, ha evidenziato come “un’offerta differenziata dei servizi di erogazione della PrEP, come i check-point o le associazioni locali, possa contribuire a raggiungere le popolazioni difficili da coinvolgere”. Ha inoltre sottolineato la necessità di un “approccio integrato che includa formazione sul chemsex, altre pratiche sessuali e counseling motivazionale per gestire i comportamenti a rischio”.
In Puglia, il problema delle diagnosi tardive persiste. Nel 2023, l’incidenza delle nuove diagnosi di HIV è stata di 2,7 casi per 100.000 residenti, al di sotto della media nazionale e in diminuzione rispetto all’anno precedente. Tuttavia, oltre il 60% dei pazienti si è presentato con un’infezione diagnosticata tardivamente e sintomi suggestivi di uno stadio immunitario già compromesso. Questi dati evidenziano la necessità di intensificare gli sforzi per migliorare l’accesso alla PrEP e promuovere una diagnosi precoce dell’HIV in Puglia, al fine di ridurre le disuguaglianze regionali e affrontare efficacemente l’epidemia.
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