
È una miniera, e come tale va esplorata, con pazienza e curiosità, con l’aspettativa (qui realizzata) di trovare tesori. Come una fonte di emozioni e di scoperta nel “laboratorio della parola”, arriva questo che chiameremo, se all’Autore non dispiace, Body movements 2. Così viene, molto opportunamente, riproposta, una raccolta poetica che in origine conta 51 pagine, e che Marcello Marciani pubblicò nel 1988 (Gradiva Publications, New York). L’edizione nuova, con lo stesso titolo e le stesse traduzioni di Amelia Rosselli, per i tipi della Morett&Vitali, nella Collana “La forme dell’immaginario”, ne conta più del doppio: 125. Questo si spiega col fatto che Marciani ha inteso corredare il testo con molti “documenti”: dal suo commovente Ricordando Amelia, passando per le “prove d’autore” (testi autorevisionati, autocorretti, riesplorati in inglese) della traduttrice, amica e poetessa, che rivelano il work in progress, il lavorio sul testo (travailler le texte, dicono in francesi con una felice espressione).
La intensa relazione intellettuale tra Marcello e Amelia è la prova (la riprova, piuttosto) della necessaria osmosi fra traduttore e tradotto. Che è poi anche, come in questo caso, l’incontro fra due poeti. Seguono articoli saggistici, tutti pregevoli, di Luigi Fontanella, Umberto Russo, Massimo Pamio, Francesco Paolo Memmo, Cosma Siani, Mario Lunetta, Antonio Lanci, e lo stesso Marcello Marciani è presente con una riflessione, preziosa, sul proprio fare poetico. Il tutto è offerto in una veste editoriale ben curata, elegante, impreziosita, in copertina, da un acquerello di Paul Klee. Non manca un corredo iconografico, con immagini di incontri letterari dedicati alla prima uscita del libro, le quali realizzano un passaggio osmotico fra il privato (la memoria personale dell’autore, così affettuosamente ”elaborata” nel citato suo scritto autobiografico) e il pubblico. Ecco, dunque, come si arriva alle oltre cento pagine per testi poetici mantenutesi ancora ben vitali nell’arco temporale di trentassette anni (tanti sono quelli che intercorrono fra le due edizioni).
Diciamolo subito, e senza tema di essere smentiti: Marcello Marciani è poeta “indimenticabile”. Lo sanno bene i lettori che seguono le sue spericolate, riuscitissime, incursioni negli universi multipli del verbo poetico, in italiano e in dialetto. Giova ricordare Caccia alla lepre (1995), Per sensi e tempi (2003), Nel mare della stanza (2006), La corona dei mesi (2012), Rasulanne (2012), Monologhi da specchio (2017), Revuçegne – Rovistamenti (2019) Sottovuoto – cinquantadue sonetti (2021).
Marciani, pur molto presente nel panorama letterario italiano (gli sono stati riconosciuti molti Premi prestigiosi), non è poeta che si “affretti”, e giustamente. Instancabile, perché “continuativo”, ma nello stesso tempo selettivo, egli non spreca tempo ed energie se non per dedicarsi ad una ricerca linguistica che ha del sorprendente; non solo per il severo esercizio della retorica (sestine, sonetti), ma anche per il ricorso a temi e figure alquanto vari.
La scansione temporale delle opere che il poeta propone, lo dimostra: ripetiamo, presenza nella pazienza dell’attesa della elaborazione sapiente del dire poetico. Sperimentazione, anche, di diverse forme retoriche e, come si è detto, fra le due sponde della lingua: italiano e dialetto, cui si aggiunge quella della lingua inglese.
Chi non ricorda le sue ineffabili ballerine, le agili lepri, i micidiali colpi di rasoio di cui abbiamo letto, con curiosità, con senso di appagamento estetico.
Marcello Marciani è colui che ha avuto l’ardire di introdurre il lettore contemporaneo ai segreti e ai misteri del sonetto e della sestina, affascinandolo.
Quanti poeti, o illusi di essere tali dall’uso spregiudicato del “verso libero”, sarebbero in grado di gestire, con maestria, il corpo (è il caso di dire) metamorfico e simbolico della parola, grazie al ricorso a forme letterarie ben codificate?
Ad una struttura fondamentalmente anomica, Marciani oppone, dunque, la forma di una rigorosa retorica. E in tal senso, la sua poesia è sempre convincente.
Body movements
di Marcello Marciani
con versione inglese
di Amelia Rosselli
Moretti&Vitali editore, 2025
Prezzo: euro 15.00
Questa riproposta ci appare opportuna: è il segno di una attività che potremmo definire autocritica e di felice recupero, di un pensoso, ma non certo banalmente nostalgico, ritorno su se stesso.
Le anime che si manifestano, si incontrano e convivono in questi testi sono dunque due: il poeta e il suo Doppio linguistico, una seconda creazione parallela, qui nelle scelte della sua traduttrice. C’è il mondo del poeta e, parallelamente, quello aperto da un idioma straniero, che la traduttrice domina con sicurezza, esplorando nella propria lingua. Ma va da sé che il confronto testuale merita una attenta apertura che non può che essere fatta se non in altra sede. Qui ci limitiamo a osservare che la traduzione è, come si sa, passaggio da un sistema linguistico ad un altro; è ricerca degli equivalenti e non mai, come qualche volta si dice, erroneamente, trascrizione “alla lettera”.
La traduzione “alla lettera” non è tale. Il testo e il suo doppio possono, cioè, anche avere due “pesi” diversi. Esempi celeberrimi sono Poe tradotto da Baudelaire e Conrad tradotto da Gide. Abbiamo poi, qui in Italia, gli esempi, anch’essi celeberrimi, di traduzione: ricordiamo la prestigiosa Collana “Scrittori tradotti da scrittori” della Einaudi, che conta oltre settanta titoli. Ebbene qui il fortunato connubio viene replicato: Marciani/Rosselli. Problematica interno/esterno, se vogliamo chiamarla così; problematica aperta sulla questione linguistica. Il dentro e fuori della poesia: l’intimo suo prodursi seguito da una esplosione che proietta i testi in più direzioni: in questo caso, come è si è detto, tra italiano e inglese. Un sistema dialogico magistralmente governato, per “riprodurre” il verseggiare proprio di Marciani.
Body movements, un libro importante. Un’opera poetica che si autorinnova e che Marcello Marciani, con la grazia e la generosità che gli conosciamo, lascia all’intelligenza dei suoi tanti lettori ed estimatori.
Immagine di copertina: Paul Klee, “Nello stile di Kairouan”, 1914
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