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Fra qualche mese la Basilicata tornerà ai rubinetti chiusi. Per adesso vige il periodo dell’intermittenza. Poche piogge, assenza di manutenzione, dispersione oltre il sessanta per cento, e soprattutto una cattiva attività nei comportamenti di criteri di efficienza e funzionalità dell’uso dell’oro blu. Il presidente della Giunta Bardi mesi addietro aveva indicato giugno il mese in cui il problema si ripresenterà. Previsione un po’ errata visto che il problema era già presente da tempo soltanto che gli effetti si sono resi concreti già a maggio. Ora vige la tecnica della distrazione il mezzo storico consigliato nelle società di massa dove vige lo stile unico, il pensiero uguale dove al primo campanello di disagio e disapprovazione ci sono le feste le sacre i concerti dove invitare la gente per non pensare al disagio. Ma il problema è ormai evidente e i lucani da tempo seguono la vicenda di una crisi idrica storica per questa terra e per la maggior parte determinata da una cattiva gestione inefficiente delle risorse idriche. La politica lucana poco incline ad una visione di lunga gittata ma abituata all’ordinarietà, tanto poi ci pensiamo quando si pone il problema, ora non sa che pesci prendere. Qualcuno scherzosamente ha detto: “Prenderà quei pochi che sono rimasti in qualche diga che sta asciugandosi”. Va fatta anche un’annotazione gran parte dell’acqua lucana viene concessa alla Puglia e all’Iva di Taranto. Poi la gestione delle dighe è rientrata nella società Acqua del Sud SpA che sembra lavori per cercare una connessione tra le diverse dighe del Sud al fine di non assetare i territori partecipanti. La Basilicata ad agosto tornerà a soffrire, territorio di oltre 10 mila chilometri quadrati, oltre la metà di natura montuosa. “Per la gestione del servizio idrico integrato necessiterebbe di una rete molto estesa e di un sistema particolarmente complesso e oneroso: 131 comuni con circa 295 mila utenti, una dotazione infrastrutturale costituita da circa 15.000 chilometri di reti idriche e fognarie, da 479 sorgenti, 41 pozzi, 2 potabilizzatori, da 840 serbatoi, 227 impianti di sollevamento idrico, 128 impianti di sollevamento fognario e da 179 impianti di depurazione. Ne deriva che l’incidenza dei costi energetici e di manutenzione è particolarmente elevata soprattutto se raffrontata al ridotto numero di utenze servite”. Le parole di Alfonso Andretta in un’intervista del 19 dicembre 2023”. Per dirla servono risorse, giusta gestione, grandi competenze e volontà chiara per cercare almeno in questo momento di non perdere una goccia dell’acqua che si ha. Ma per la politica meglio non parlarne come si sta facendo per la questione delle aree interne. Mettere sotto lo zerbino e far sembrare che la casa sia pulita. La solita tecnica che si usa dove il senso critico, la consapevolezza, la cultura e la curiosità di conoscere e capire è molto bassa. Ma l’assenza di acqua, per un corpo umano composto da oltre il 60 per cento di acqua, la questione appare preoccupante se viene a mancare. Allora che si fa? Probabilmente ad agosto molti comuni invece delle sagre organizzeranno balli tribali dedicati a qualche divinità per far sì che la pioggia bagni terra e coscienze e ridando sollievo almeno al corpo. Per adesso non si manco dire : “Acqua in bocca”.
Oreste Roberto Lanza
L’articolo Ad agosto la Basilicata avra ancora meno acqua in bocca proviene da LSD Magazine.