
Il Ministero del turismo ha presentato un calcolo dell’impatto economico del matrimonio di Jeff Bezos e Lauren Sánchez che ci lascia a bocca aperta. In tre giorni la città avrebbe ricavato circa il sessantacinque per cento dei ricavi annui che riceve dall’attività turistica, spalmata lungo tutto l’anno solare: 957,3 su 1400 milioni di euro. Queste stime sono state riportate da Il Giornale, Milano e Finanza, Virgilio, Sky Tg24. Entusiasta Antonio Onorato di Federalberghi; più critica è stata la testata Pagella Politica.
La tabella compilata dal Ministero del turismo è la seguente (ho aggiunto l’ultima riga):
IndicatoreMatrimonio Bezos-SanchezTurismo annualeRicavi stimati957,3 M€1400 M€Durata dell’evento4 giorni365 giorniPartecipanti200 per 4 giorni13 milioni nei 365 gg€ per partecipante per periodo4,8 M€€ per partecipante per giorno1,2 M€107,7 €
Arduo credere che si possa pernottare a Venezia centro storico in albergo (o in B&B) a 107,7€ la notte (il ricavo coincide con il pagamento da parte del cliente). Sarebbe interessante sapere chi fa questi prezzi, o più semplicemente se si tratta di un modo escogitato dal ministero per sottolineare la spesa di Bezos: il magnate svetta con la sua opulenza su di una folla di turisti di modeste disponibilità.
Il calcolo dei ricavi totali
Partiamo, seguendo il Ministero, dal calcolo del ricavo che deriva dall’effetto dell’evento sul sistema economico. Gli studiosi che studiano questi fenomeni distinguono diverse componenti dell’impatto dell’evento sui ricavi:
Impatto diretto: la spesa iniziale da parte degli organizzatori dell’evento, dei partecipanti e dei presenti direttamente correlata all’evento. Nel caso del matrimonio sarebbe il denaro speso per la location, l’affitto della Fondazione Cini, della Madonna dell’Orto (chiostro), delle Tese all’arsenale (tre milioni di euro, compreso il catering, il fotografo, i fioristi, la musica, la sicurezza, ecc.), direttamente attribuibili al matrimonio. Si potrebbe pensare a dieci milioni, a cui vanno aggiunti i quattro milioni per l’albergo e il costo dei trasporti (28,4 milioni secondo il Ministero del Turismo, tra i dieci e i trenta milioni secondo The Telegraph).
Impatto indiretto: si riferisce alla spesa delle imprese che forniscono beni e servizi a coloro che sono direttamente coinvolti nell’evento. Ad esempio, la società di catering acquista ingredienti da fornitori, o l’hotel acquista biancheria da un grossista. 17,6 milioni sempre secondo il Ministero del turismo.
Impatto indotto: questa è la spesa dei dipendenti che percepiscono salari e stipendi e poi spendono il loro guadagno (ad esempio, un dipendente dell’hotel che lavora ore extra a causa del matrimonio utilizza il suo aumento di stipendio per comprare generi alimentari o fare una gita). 8,8 milioni secondo il Ministero del turismo.
Totale del calcolo del Ministero del turismo: 54,8 milioni di euro (28,4 milioni +17,6 milioni +8,8 milioni).
Il ricavo differenziale
Si deve calcolare il ricavo differenziale perché:
Si evita la sovrastima: se si conta semplicemente tutto il ricavo generato durante un evento, si rischia di sovrastimare il vero impatto. Gran parte di quel ricavo potrebbe essersi verificato comunque, anche se da fonti diverse (come i turisti abituali che alloggiano negli hotel).
Si cerca di isolare la “nuova” attività economica che è direttamente attribuibile all’evento. Ciò significa identificare le spese che non si sarebbero verificate altrimenti, o le spese che sostituiscono attività di minor valore.
Si tiene presente il costo alternativo o costo opportunità: se una stanza d’albergo è prenotata per un matrimonio, ma sarebbe stata prenotata comunque da un turista, il guadagno netto per l’hotel (e per l’economia) da quella specifica stanza potrebbe essere modesto, dovuto al fatto che la tariffa del matrimonio è superiore alla tariffa turistica (ma potrebbe anche essere inferiore). Il vero impatto deriva dalle stanze che sarebbero rimaste vuote senza il matrimonio, o da altre spese (ad esempio, catering, decorazioni, servizi locali) direttamente legate all’evento e che non si sarebbero verificate.
Da questo ricavo totale (54,8 milioni) vanno dunque tolte le spese che la località genera nei fine settimana “normali”: è qui che entra in gioco il concetto di ricavi differenziali, cioè vanno attribuiti all’evento solo i “ricavi in più” rispetto a quelli della situazione “normale”. Consideriamo:
Lo spostamento (displacement): i partecipanti all’evento stanno semplicemente sostituendo altri flussi turistici. Similmente coloro che stanno partecipando al pranzo di nozze hanno sostituito turisti che avrebbero comunque frequentato un ristorante. I calcoli del Ministero non sembra abbiano tenuto presenti questi aspetti.
Con un ragionamento simile possiamo pensare che le spese in più fatte dai dipendenti in questa occasione (impatto indotto) siano minime visto che comunque in larga parte i dipendenti sono assunti e pagati o comunque lavorano. L’impatto delle loro spese non deve essere attribuito all’evento.
L’impatto è sempre netto delle perdite. Esistono sempre perdite nel calcolo degli indotti (leakage). Se alcuni beni (ad esempio le “furlane” di Vibi Venezia offerte agli ospiti del matrimonio) vengono importati da altre regioni (Friuli), l’impatto sulla economia del comune di Venezia della relativa spesa è nullo, così per l’abito da sposa Dolce & Gabbana. Se le bomboniere sono fatte a Murano è invece positivo, come è ovvio. Il calcolo del ministero si riferisce apparentemente al comune, ma non mostra di considerare queste perdite.
Tutto questo ci porta a ridimensionare il valore del ricavo differenziale che è nettamente inferiore al totale dei ricavi.
Gli economisti usano anche un altro metodo di calcolo. Applicano alla spesa iniziale (28,4 milioni) i moltiplicatori del reddito che offrono una stima degli effetti indiretti e indotti e danno una prova della giustezza delle mie stime. I moltiplicatori dei grandi eventi a livello nazionale arrivano a sfiorare il 2,6 (variano tra 1,4 e 2,0 ad esempio nelle valutazioni sulle Olimpiadi, sui campionati sportivi e altro): nel nostro caso portano il totale tra i quarantadue e i quarantacinque milioni massimo.
A livello locale il moltiplicatore tuttavia è di molto inferiore, circa la metà, basta pensare a tutti i beni e servizi che sono stati acquistati al di fuori del comune di Venezia: servizi fotografici, addobbi floreali, forniture alberghiere etc. Alla fine propenderei per un moltiplicatore di 1,4 che porta a una quarantina di milioni. Per molte grandi città internazionali, per cui esistono queste analisi, i moltiplicatori sono di poco superiori ad uno, perché i leakages sono molto alti (la città è molto poco autocontenuta per definizione).
Alla fine il ricavo in più attribuibile all’evento è attorno ai quaranta milioni secondo i due metodi di calcolo presentati sopra. Una cifra modesta sui millequattrocento milioni che il ministero considera il ricavo che si trae dal turismo in un anno (il 2,8%).
Solo fantasia?
Al contrario, il moltiplicatore applicato dal ministero del turismo non è di 1,4 o di due ma di venti e il ricavo associato all’evento è di conseguenza molto alto, cosa che non si è mai vista in nessuno studio economico riguardante un mega evento. A giustificazione c’è la strabiliante affermazione del documento ministeriale che la stragrande maggioranza dei ricavi stimati per il matrimonio di Bezos-Sanchez deriva dal valore della visibilità mediatica globale, stimata nell’incredibile cifra di 895,7 milioni.
Ciò significa che, pur non portando a un volume di spesa diretta comparabile a quello del turismo di massa, questi mega-eventi fungono da potenti “megafoni” globali, proiettando l’immagine della città su scala planetaria e generando un valore di brand inestimabile.
Veramente inestimabile per cui, all’assenza di analisi, può sopperire solo la fervida fantasia della ministra del turismo.
A ben vedere un evento di tale portata può avere effetti negativi sul turismo cittadino, sull’ambiente e sulla vita dei residenti, specialmente nel lungo periodo, e in realtà numerosi studi associano a un mega evento risultati strutturali negativi, nonostante il luccichio immediato. Il nostro caso presenta molti elementi che vanno in questa direzione. Infatti l’arrivo di cento jet privati, yacht superlusso, traffico caotico, generano l’idea di una città inquinata, e sappiamo che l’aria a Venezia è comunque irrespirabile, la città è congestionata, estremamente cara, un posto da evitare, in cui i prezzi degli alloggi sono alle stelle.
Siamo di fronte ad un accadimento che non trasmette certo l’idea di una citta attenta al suo bagaglio culturale, alla valorizzazione della sua storia, a creare possibilità di lavoro qualificato per i suoi giovani. Una città che è subissata dalla domanda turistica di che effetto mediatico ha ancora bisogno?
Forse poteva essere una occasione per incontrare persone influenti, importanti e prestigiose in diversi ambiti per parlare dei veri temi che interessano Venezia, attrarre l’attenzione sulle risorse della città, su possibili investimenti e valorizzazione, sui tanti edifici ricchi di storia che potrebbero essere usati per ospitare attività culturali, studi, sperimentazioni scientifiche sui mutamenti climatici, sugli effetti che questi hanno sulle città costiere, e non offrire solamente una città in vendita, che si può comperare su Amazon.
Immagine di copertina: © Andrea Merola.
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