Non solo i romani, non solo gli italiani: in tutto il mondo, tante persone sono rimaste toccate dal crollo di una porzione della medievale Tor de’ Conti, nel cuore dei Fori Imperiali, nel pieno centro di Roma, nel quale un operaio è rimasto ucciso travolto dalle macerie.
Su quali siano le ragioni che hanno portato a questo tragico episodio è inutile fare congetture: provvederà chi di competenza attraverso le necessarie indagini. Questo, però, non esula da una riflessione più ampia, da un problema di Roma che questo crollo, più o meno direttamente, mette in evidenza.
Tor de’ Conti era coinvolta in un’operazione di restauro che la avrebbe valorizzata: grazie a uno stanziamento di fondi del PNRR era in corso un restauro che l’avrebbe dovuta trasformare in un centro per servizi a supporto dell’area archeologica dei Fori Imperiali, in mezzo alla quale si trova. Un intervento importante iniziato lo scorso giugno su un bene culturale che, però, era inutilizzato dal 2007 e giaceva in stato di abbandono. E’ accettabile, per una città come Roma, lasciare un bene in stato di abbandono? Come sappiamo bene, simili situazioni favoriscono diverse forme di degrado: dall’incuria e dal danneggiamento fisico, dalle occupazioni a situazioni di abusivismo, vulnerabilità sociale e illegalità. Non è accettabile in nessuna parte della città, ed è sorprendente che per quasi vent’anni un bene culturale in mezzo a un importante area archeologica che attrae visitatori da tutto il mondo non abbia trovato una qualche forma di destinazione d’uso, rimanendo abbandonato a sé stesso.
Purtroppo la situazione in cui Tor de’ Conti si è trovata fino a pochi mesi fa non è estranea a numerosi altri luoghi di Roma ridotti a terre di nessuno e di fatto tolti alla città. Restando a poca distanza dalla torre, all’Esquilino l’edificio dell’ex cinema Apollo aspetta da quasi vent’anni una nuova vita ma rimane chiuso e abbandonato. Alle porte del Ghetto, l’ex centro sociale Rialto Sant’Ambrogio si presenta con il portale serrato da oltre un decennio. Per molto tempo è rimasto abbandonato Palazzo Nardini in Via del Governo Vecchio, a due passi da piazza Navona, e dal 2023 è al centro di un cantiere che sta riservando scoperte artistiche interessanti. Questo rimanendo nei dintorni della Torre dei Conti, perché l’elenco sarebbe lungo, molto lungo, come dimostra il provvedimento di Roma Capitale dell’anno scorso che ha individuato numerosi edifici in stato di abbandono totale o parziale e cercato di rendere più facile la loro riqualificazione.
Sappiamo bene quanto sia grande Roma, quanto il suo tessuto urbano sia spesso irregolare, e che questo può tradursi in difficoltà nel valorizzare a dovere numerosi edifici. Tuttavia, questo deve anche ricordarci che ogni quartiere di Roma, centrale o periferico, residenziale o di uffici, disperso nell’agro romano o consolidato lungo le consolari, ha diritto ai suoi servizi e i loro cittadini hanno diritto ai loro spazi, che servirebbero più che mai. La vicenda di Tor de’ Conti è stata drammatica, soprattutto per la morte dell’operaio schiacciato dalle macerie, ma adesso sta alle istituzioni fare in modo che nulla di simile si ripeta anche grazie alla valorizzazione del patrimonio di Roma, in tutti i suoi quartieri, in tutti i suoi angoli.