
Un’energia positiva quella sprigionata il 14 aprile a Venezia, all’Ateneo Veneto, in occasione dell’incontro “Thomas Mann a 150 anni dalla nascita” con i professori Elisabeth Galvan e Luca Crescenzi, realizzato grazie all’iniziativa della presidente Antonella Magaraggia.
Un incontro atteso, quello sul grande scrittore tedesco. C’è chi ha rinviato impegni presi da tempo pur di essere presente.
Il tema era tutt’altro che semplice, il premio Nobel era proposto come “autore del secolo breve”, un autore che nella sua opera rappresenta la crisi di un’epoca che diventa presupposto per una rinascita.
I due interventi sono stati incentrati su sei opere: “La morte a Venezia”, “Mario e il mago”, “La legge”, “L’eletto” e sui due grandi romanzi “Buddenbrook” e “La montagna magica”. Due i percorsi di lettura, numerosi gli aspetti che si intrecciano con il filo conduttore. Dalla diagnosi della crisi del Novecento de “La morte a Venezia” e “Mario e il mago” al racconto di un nuovo inizio dopo la catastrofe ne “La legge” e “L’eletto”. Una lettura del proprio tempo da parte di Mann che va oltre il perimetro della realtà del proprio paese. Nemmeno una di queste quattro opere è ambientata in Germania, come rileva Elisabeth Galvan.
Decadenza e crisi anche nella storia di quattro generazioni di una famiglia, “I Buddenbrook” e ne “La montagna magica”, dove il destino individuale diventa destino universale. Nei romanzi, così Crescenzi, ci deve essere qualcosa che spinge a qualcosa di nuovo.
Entrambi i percorsi di lettura permettono dunque di capire quanto lo scrittore tedesco avesse compreso il proprio tempo e con quale disincanto l’avesse narrato.
Nel dialogo che è seguito è emersa la dedizione di Thomas Mann all’osservazione delle dinamiche determinanti per l’ascesa dei fascismi, come la manipolazione delle masse, o come abbia vissuto in prima persona gli avvenimenti che sconvolsero il secolo scorso.
Le domande del pubblico hanno spaziato da Tonio Kröger alla visione della religione in Thomas Mann, da alcuni elementi ricorrenti nella sua opera a possibili chiavi di lettura.
Vivo è stato l’interesse del pubblico fino alla fine, e anche dopo. Diverse persone si sono intrattenute finché é stato possibile, per continuare a confrontarsi con i relatori. Ci è stato chiesto di organizzare altre iniziative su Thomas Mann, di creare occasioni per “rileggere i suoi testi e approfondirli”. Vari i riscontri da parte di chi era presente in sala: “saputi che non hanno bisogno di dimostrare di esserlo, i relatori hanno fatto rivivere il grande scrittore tedesco, ognuno di loro con il proprio stile personale”, “da approfondire le storie legate alla Bibbia”, “nuove interpretazioni dell’opera di Thomas Mann. Bravissimi i due relatori. Interessante e nuova l’analisi del Tonio Kröger: mi ha spiazzato per la sua chiarezza. Non meno interessante e coinvolgente l’interpretazione delle altre opere discusse”, “una parentesi di ossigeno in un quotidiano che ci toglie l’aria”, “un bellissimo pomeriggio di alto livello ma godibile da tutti”, “la sala era piena, un grande successo”, “un’occasione irripetibile per confermare sospetti e scoprire prospettive inedite su un ‘universo’ che, oserei dire, mi è essenziale”, “un ritorno alla gioventù quando ero allieva di Giuliano Baioni. Credo che rileggerò la ‘Montagna magica’ per la terza volta”, “un’occasione piacevole”, “relatori molto preparati, il pubblico molto interessato”.
Ma cosa ha permesso un tale entusiasmo, dal momento che oggi domina la cultura facile, si è bombardati da numerosi stimoli e da brevi spot, diffusi da potenti media? In redazione se ne è discusso.
L’oggetto dell’incontro era di per sé interessante sia grazie al valore dell’autore sia al taglio dato, che l’ha reso più attuale che mai. ytali ha contribuito a creare delle aspettative pubblicando, in vista dell’evento, un articolo sul legame di Thomas Mann con la città di Venezia e anticipando l’oggetto della discussione. Essenziali sono stati la preparazione dei relatori, la loro passione e l’empatia nei confronti del pubblico. Ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza il pubblico stesso. La sala era gremita di persone sensibili, interessate alla buona letteratura e acute nelle loro osservazioni.
“È raro che si crei un clima così”, ci hanno detto Elisabeth Galvan e Luca Crescenzi, “le persone colte molte volte ostentano il proprio sapere, qui non è stato così” e ancora “a Venezia c’è una Bildungsbürgertum, una borghesia colta e impegnata. Nella città lagunare basta uscire di casa per lasciarsi contaminare dalla cultura.” Un’osservazione lusinghiera che riteniamo meritata.
Noi di ytali pensiamo che l’incontro abbia dimostrato che tutto questo è possibile, che la cultura ad alto livello sia accessibile a tutti, che permetta un confronto costruttivo in un’atmosfera piena di energia data, non ultimo, dall’incrocio di persone anche molto diverse tra loro.
ytali ringrazia Andrea Merola, autore del servizio fotografico che illustra l’articolo.
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