
Partiamo dai dati:
nella Venezia insulare sono stati censiti 5.131 alloggi popolari di cui 2.571 gestiti da ATER, 2.560 gestiti dal Comune; 1.185 sono sfitti, cioè non assegnati, pari al 23 per centoL’assegnazione degli alloggi ERP (edilizia residenziale pubblica) per i nuclei familiari (2.140 domande) inseriti nella graduatoria del Comune di Venezia a marzo 2023 è stata sospesa ad aprile 2024 dallo stesso Comune, causa incostituzionalità per uno dei requisiti previsti dal regolamento regionale.
L’appuntamento è in campo Saffa. Si festeggia, si chiacchiera, si beve un vinello fresco accompagnato da tartine fatte in casa, si ascolta musica.
Campo Saffa, Cannaregio, Venezia. Vicino alla stazione dei treni, in un’area già occupata dalla fabbrica Saffa (Società Anonima Fabbriche Fiammiferi e Affini), alle spalle della Fondamenta di San Giobbe, vennero costruiti in due fasi tra il 1981 e il 1985 e il 1998 e il2001, a cura del Comune di Venezia e su progetto dell’architetto Vittorio Gregotti, circa duecento appartamenti.(conoscerevenezia.it).
Cosa c’è da festeggiare in questo campo veneziano pieno di allegria, musica, residenti che si mescolano a famiglie con bambini e cani sotto la minaccia di un temporale? Se ci riferiamo ai dati sopra riportati, niente. Se pensiamo che quei dati sono stati raccolti negli ultimi cinque anni e che sono frutto di un lavoro collettivo e volontario di cittadini e ricercatori allora la prospettiva cambia.
“Festeggiamo cinque anni di C.U.R.A.”, ci dice Remi Wacogne del collettivo OCIO Venezia.
C.U.R.A. è un acronimo per Camminata Urbana di Riappropriazione dell’Abitare. La prima camminata urbana si è svolta alla Giudecca ne 2019 e ha segnato l’inizio delle attività di OCIO (occhio, in veneziano), che è un altro acronimo. Osservatorio Civico sulla Casa e la Residenza.
C.u.r.a. sono una serie di passeggiate che abbiamo fatto attraverso i sestieri di Venezia per vedere con i nostri occhi e rivolgere lo sguardo dei residenti a quello che avviene sulla casa attraverso i tre principali temi di cui ci occupiamo: l’edilizia residenziale pubblica, il social housing o edilizia convenzionata, affittanze brevi a cui si aggiunge l’affitto a studenti.
Sono temi disastrati, basta pensare all’edilizia popolare pubblica che, sotto finanziata, presenta un tasso di sfitto che raggiunge un quarto del patrimonio abitativo. Se andiamo poi a vedere i dati dell’edilizia convenzionata, che nella città storica interessa circa duecento appartamenti, aumenta lo sconforto. Basti pensare che il Comune tende ad assegnare appartamenti che erano in regime Erp di edilizia convenzionata, togliendo ai più poveri a favore dei meno poveri senza che la domanda di alloggi dia segni di calo, in entrambi i sensi.
La legge regionale 39/2017 articolo 25 prevede fra i requisiti, per l’accesso all’edilizia residenziale pubblica, la residenza anagrafica nel Veneto da almeno cinque anni, anche non consecutivi e calcolati negli ultimi dieci anni, fermo restando che il richiedente deve essere, comunque, residente nel Veneto alla scadenza del bando di concorso (comma 2).
Questo criterio di assegnazione è stato contestato davanti alla Corte Costituzionale perché in questo modo si privilegia la residenza rispetto all’effettiva necessità.
Nonostante il Tar ne abbia decretato l’incostituzionalità, il Comune di Venezia ha deciso di impugnare la sentenza per cui l’ultimo bando rimarrà sospeso sino a sentenza definitiva” conferma Remi. “L’idea, poi, di vendere con lo sconto gli alloggi comunali sfitti non risolve il problema.
Si riferisce a quanto dichiarato dal sindaco di Venezia il 18 aprile a margine della presentazione del progetto dello stadio all’interno del Bosco dello sport:
Faremo delle delibere, alcune di test…vendendo tutte le case popolari agli affittuari, perché la legge consente di fare uno sconto del venti per cento alle persone che sono in affitto. Sarà fatta una stima dell’appartamento, e la legge permette al Comune di fare uno sconto aggiuntivo del venti per cento, quindi sconto totale del quaranta per cento sull’acquisto. Gli affittuari, chi può permetterselo, diventeranno piccoli proprietari.
Problemi risolti?
No, insiste Remi, non è così che si risana un bilancio per permettere una manutenzione più programmata e costante. Bisogna diminuire la quantità dello sfitto per diminuire l’entità di questo patrimonio pubblico.
In che condizioni sono le case?
È in corso un’inchiesta, in collaborazione con la CGIL, tramite la distribuzione di questionari a campione nei diversi quartieri di edilizia popolare dell’insieme del Comune. Dai primi dati dell’inchiesta, che è stata battezzata Un tetto non basta, emergono diverse situazioni di disagio che sono date dalle dimensioni dell’alloggio troppo piccolo o troppo grande per le esigenze del nucleo famigliare e dallo stato di manutenzione che ne diminuisce il godimento.
I le ciama case co un bel coraggio
parchè de le case decenti le ga poco.
La xe ‘na stanza de quatro metri
co un gabineto de queli a la turca.
[Le case minime della Giudecca cantate dal cantastorie Gualtiero Bertelli, finite di costruire nel 1932].
Scrive Bertelli:
Ogni abitazione era costituita da una stanza di circa venti metri quadrati, un lavandino di cemento e graniglia di sasso, un gabinetto alla turca, e basta!… ci abitavano da quattro a dodici persone, spesso bambini genitori e nonni.
Le case minime andarono via in un attimo: settantadue abitazioni per almeno cinquecento occupanti.
[Gualtiero Bertelli, “Venezia e una fisarmonica – Storie di un cantasorie”, nuovadimensione editore, 2014]
Su questa suggestione chiedo a Remi cosa si propone, fattivamente, l’Osservatorio per l’immediato futuro
Pensiamo a dei tavoli di confronto per condividere e discutere delle criticità e di come uscirne nonostante Comune e Ater si sottraggano al dialogo. Bisogna guardare al problema dell’emergenza abitativa in modo articolato come si fa a livello nazionale all’interno del social forum Abitare di cui siamo fra i promotori. Ocio è un osservatorio fatto di volontari, ma non siamo soli. Esistono e si stanno costituendo anche in terraferma altre realtà pronte a fare rete.
Forse non risolveremo il problema casa ma sicuramente terremo viva l’attenzione.
Solo questo giustifica la festa di questa sera.
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