
È stato arrestato in Grecia il presunto killer di Villa Pamphili: l’uomo, accusato di duplice omicidio aggravato, si era rifugiato a Skiathos. Il suo obiettivo era quello di confondersi tra i turisti dell’isola greca nell’Egeo, ma ha commesso l’errore di portare il telefono con sé. È stato proprio il controllo sulle celle telefoniche, infatti, a permettere alla polizia di individuare il sospettato e arrestarlo. Secondo le prime informazioni si tratta di un cittadino con passaporto americano che, come confermato anche da alcune testimonianze, parlava italiano.
La svolta nelle indagini è arrivata grazie alla testimonianza di un’operatrice del Servizio giardini e a una segnalazione arrivata a Chi l’ha visto? secondo la quale, come rivela Il Messaggero, la donna e l’uomo erano stati visti litigare animatamente proprio nei pressi di Villa Pamphili. L’uomo, che indossava spesso un cappellino, è stato visto più volte al mercato San Silverio, in via Gregorio VII, così come raccontano alcuni testimoni a La Repubblica. “Camminava tenendo per mano quell’uomo o la sua mamma, aveva almeno 10 mesi” raccontano i commercianti. “All’inizio ci sembravano dei turisti. Curati, Adidas e Nike ai piedi, zaini in spalla” spiega un’altra negoziante. Poi, si sono resi conti che in realtà si trattava di una famiglia in difficoltà: “Si lavavano nei bagni vicini ai nostri box. Sono stati qui ogni giorno per almeno due ore e per quasi due mesi. Sempre al mattino, lui beveva la birra o il vino”. E ancora: “Sembrava uno scalatore, aveva muscoli tesi, fisico asciutto, alto un metro e 85. Sempre con gli occhiali scuri e soprattutto era burbero. A una turista ha strappato la macchina fotografica dalle mani e le ha fatto cancellare le foto dove c’era la bambina” è la testimonianza raccolta sempre dal quotidiano.